Teheran accetta ispezioni “senza limiti” alla centrale nucleare di Qom
La decisione annunciata dopo un incontro, il primo ufficiale dopo 30 anni, tra l’inviato americano e quello iraniano. Per Obama un “inizio costruttivo”, ma la pazienza degli Stati Uniti “non è illimitata” e “l’Iran deve intraprendere passi concreti per costruire la fiducia che il suo programma nucleare mira a scopi pacifici”, cominciando col consentire l’accesso degli ispettori “entro due settimane”.
Beirut (AsiaNews) - Cauto ottimismo in Occidente per le conclusioni dell’incontro di ieri sul nucleare iraniano, che ha visto di fronte a Genthod, nei pressi di Ginevra, i rappresentanti di Teheran e quelli dei “5+1”, cioè i Paesi membri del Consiglio di sicurezza (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia) più la Germania.
Certamente positivi sono l’affermata disponibilità iraniana a consentire un “controllo senza limiti” agli ispettori dell’AIEA nella centrale atomica di Qom – la cui esistenza è stata rivelata dagli Usa e che qualcuno sospetta siano in realtà due - e l’aver deciso un nuovo incontro entro il mese; meno significativa, allo stato attuale, l’adesione dell’Iran alla proposta presentata a suo tempo dalla Russia di far arricchire all’estero l’uranio, in quanto riguarda, per ora, solo quello destinato a scopi sanitari.
L’esito dell’incontro è stato evidenziato, ieri sera, da Javier Solana, responsabile della politica estera europea, che ha parlato di una svolta avvenuta per “l’impegno iraniano a cooperare pienamente e immediatamente con l’Aiea”. Da aggiungere che “la svolta” è arrivata dopo un incontro privato tra l’inviato statunitense William Burns e quello iraniano Saed Salili, svoltosi nel pomeriggio.
Tale colloquio a quattr’occhi merita un discorso a parte. Perché i due Paesi si sono incontrati apertamente dopo quasi 30 anni e perché il fatto sembra dare una chance alla politica di apertura verso Teheran voluta da Barack Obama. Che da Washington ha parlato di “inizio costruttivo”, aggiungendo però che la pazienza degli Stati Uniti “non è illimitata” e che “l’Iran deve intraprendere passi concreti per costruire la fiducia che il suo programma nucleare mira a scopi pacifici”, cominciando col consentire l’accesso degli ispettori “entro due settimane”. In proposito, l’ufficiosa ISNA scrive che Salili ha affermato “l’assoluto” diritto iraniano al suo programma atomico e che ha portato “un pacchetto” di proposte che comprendono considerazioni di ordine economico, di sicurezza internazionale e obiettivi politici. Ieri, era stato il presidente Mahmoud Ahmadinejad ad annunciare un progetto per il quale la questione iraniana dovrebbe essere esaminata da una “assemblea” dei capi di Stato dei “5+1” e che il suo Paese “è interessato” ad acquistare all’estero l’uranio arricchito.
Anche il ministro degli esteri di Teheran, Manoucher Mottaki, ha ribadito sia la volontà di dare “piena collaborazione” agli ispettori dell’AIEA, sia l’irreversibilità del programma nucleare. Di rilievo il fatto che a Mottaki gli Usa hanno dato il consenso - senza precedenti - di spostarsi da New York (dove era per l’assemblea dell’Onu) a Washington, ufficialmente per incontrare la comunità iraniana ivi residente, ma dove avrebbe parlato anche con “esponenti” dell’amministrazione Obama.
Sull’intera vicenda gravano, comunque, l’esperienza dei voltafaccia iraniani del passato e il timore che la disponibilità di Teheran sia solo di facciata e dovuta alla decisione di abbassare la pressione internazionale, viste le tensioni esistenti all’interno del regime. (PD)
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