Teheran, condannato giornalista per aver scritto sull’Onda verde
Si tratta di Maziar Bahari, iraniano-canadese. È stato condannato “in absentia”. Era stato liberato su cauzione. Almeno 30 giornalisti rimangono in prigione per aver sostenuto l’opposizione ad Ahmadinejad.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Un giornalista di Newsweek è stato condannato “in assenza” a 13 anni di prigione e a 74 frustate per aver riportato notizie sulle proteste dell’Onda verde, il movimento di opposizione sorto dopo le contestate elezioni di Ahmadinejad.
Maziar Bahari, iraniano-canadese, era stato imprigionato lo scorso anno per quattro mesi, poi rilasciato su cauzione (di circa 300 mila dollari Usa), per permettergli di uscire dal Paese e visitare la moglie che stava per avere un figlio.
La Corte rivoluzionaria lo ha condannato per “collaborazione e collusione in atti contro la sicurezza nazionale”, detenzione di documenti confidenziali, offese al presidente e propaganda contro il sistema.
Bahiri ha dichiarato all’Ap che il regime di Teheran vuole “spaventare quanta più gente possibile”.
Almeno 30 giornalisti, scrittori e blogger sono reclusi nelle prigioni iraniane. Fra questi vi è pure il regista Jafar Panahi. Egli era stato scelto per partecipare come giudice al festival di Cannes, ma il suo posto è rimasto vuoto. Il governo francese ha chiesto ieri la sua liberazione.
L’Onda verde, che continua a chiedere la revisione delle elezioni e organizza di continuo manifestazioni subito soppresse con la violenza, afferma che dal giugno dello scorso anno sono state uccise almeno 70 persone. Migliaia sono state arrestate. Di queste almeno 200 rimangono in prigione, sotto la minaccia di torture e della pena di morte.
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