Teheran, cinque condanne a morte per le rivolte antigovernative
Secondo il Dipartimento di giustizia essi sono membri di “gruppi terroristi e dell’opposizione”. Per altre 81 persone pene detentive che variano dai sei mesi a 15 anni. I processi si sarebbero svolti “alla presenza dei legali” degli imputati.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Cinque condanne a morte e 81 persone rinchiuse in carcere: è il bilancio, fornito ieri dal Dipartimento di giustizia di Teheran, delle sentenze finora emesse contro i protagonisti delle rivolte antigovernative del giugno scorso. Fonti della procura della capitale spiegano che i cinque sarebbero membri di “gruppi terroristi e dell’opposizione”.
La contestata rielezione del candidato conservatore Mahmoud Ahmadinejad, alle presidenziali del 12 giugno scorso, ha scatenato una protesta popolare; i leader dell’opposizione hanno lanciato accuse di brogli, invitando la popolazione a scendere in piazza. Negli scontri fra manifestanti e polizia sono morte 30 persone, migliaia gli arresti eseguiti dalle forze dell’ordine; 200 attivisti sono tuttora rinchiusi in carcere e sotto processo.
L’emittente iraniana Channel 2 Tv riferisce che il documento diffuso ieri dal Dipartimento di giustizia di Teheran intende “fermare le voci che riguardano i casi di detenzione emessi in seguito alle elezioni”; i processi, inoltre, si sarebbero svolti “alla presenza dei legali degli imputati”. “Ad oggi – spiega la tv iraniana – si sono svolti 89 processi, 81 persone sono state condannate a pene detentive che variano da sei mesi a 15 anni. Cinque le pene capitali emesse a carico di membri di gruppi terroristi e dell’opposizione”.
Finora Mohammad Reza Ali Zamani è l’unico membro dell’opposizione verso il quale è stata emessa in via ufficiale la sentenza di condanna a morte. Egli, insieme a un altro attivista la cui identità rimane sconosciuta, è stato incriminato per legami con la Kingdom Assembly of Iran, un movimento monarchico bandito nel Paese. Un terzo attivista è accusato di appartenere al movimento dissidente dei Mujaheddin.
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