Tashkent, stretto controllo di polizia su moschee e fedeli durante il Ramadan
Tashkent (AsiaNews/Agenzie) – Stretto controllo di polizia su moschee e ogni attività religiosa in Uzbekistan, per il sacro mese di preghiera e digiuno del Ramadan. Dall’inizio del Ramadan (primi di settembre) la polizia controlla le principali moschee di Tashkent e delle altre grandi città, applica con rigore il divieto di incontri di molte persone in case private (nel Ramadan è normale riunirsi in tanti alla sera per banchettare), chiede ai mahalla e ai comitati locali (sorta di organi amministrativi di base) di segnalare infrazioni.
Le autorità dicono che occorre prevenire l’estremismo. Ma in molti commentano che lo Stato è solo preoccupato per l’aumento dei fedeli che osservano il digiuno, rispetto agli anni passati. Nelle città di Andijan, Namangan e Kokand, tutte nella Valle Ferghana, ristoranti e caffé sono in gran parte vuoti durante le ore di luce.
Per controllare il diffondersi della fede islamica, le autorità negano anche la registrazione di nuove moschee: ci sono appena 3mila moschee autorizzate per circa 26 milioni di abitanti, per il 90% musulmani. Ma, le moschee non registrate sono stimate essere molte migliaia. In alcune città, come Namangan, agli imam è stato intimato di escludere bambini e ragazzi dalle preghiere in moschea.
La mancanza di moschee e il freno del governo verso i raduni portano a tensioni sociali. A Vuadil, vicino alla città di Ferghana, una nuova moschea è stata completata nel 2006 e da allora attende la registrazione. Intanto è proibito incontrarcisi.
E’ anche applicato con rigore l’obbligo per gli imam di sottoporre all’approvazione del Consiglio supremo islamico (controllato dallo Stato) il testo della predica del venerdì (giorno santo islamico). Chi non lo fa è multato.
Invece il Ramadan è usato per fare propaganda: la tv statale trasmette un programma settimanale intitolato “Ramazon Tuxfasi” (Le benedizioni del Ramadan) dove funzionari pubblici e chierici “graditi” parlano dei valori e dell’importanza del Sacro digiuno.
Esperti commentano che il governo è sempre preoccupato di prevenire possibili proteste, dopo quelle di Andijan nella Valle del Ferghana nel maggio 2005 quando l’esercito sparò contro la folla che dimostrava in modo pacifico, uccidendo centinaia di persone. Allora Tashkent parlò di un tentativo di rivolta di gruppi estremisti, ma testimoni oculari ripetono che era una protesta di massa di persone qualunque. Per questo il controllo è maggiore in alcune zone, mentre in altre i fedeli possono incontrarsi con libertà anche in casa e i ragazzi frequentano le moschee.