Tamil Nadu: mille cristiani Dalit riconvertiti all’induismo
New Delhi (AsiaNews) – Un migliaio di cristiani Dalit si sono riconvertiti oggi all’induismo, nel 117mo anniversario della nascita di Bhimrao Ambedkar, il Messia dei Dalit, nella città di Tirunelveli (Tamil Nadu).
Arjun Sampath, presidente del partito politico locale Hindu Makkal Katchi (Hmk), ha annunciato che “185 famiglie di Dalit cristiani dei villaggi del distretto di Tirunelveli sono formalmente tornate all’induismo”. Nella cerimonia i riconvertiti eseguono il prayaschitha yagam (rito di espiazione) e il sudhi chadangu (rito di purificazione). “Li purifichiamo – prosegue Arjun – aspergendoli con ‘ganga theertha’ (l’acqua del fiume Gange) e con ‘sethu theertha’ (l’acqua del fiume Sethu)”. Tutti hanno ricevuto nomi santi indù e chi vuole essere seguace del culto del dio Shiva ha avuto la bhasmam (cenere sacra) e un filo di rudraksha (semi di elaeocarpus granitus), mentre ai seguaci di Vishnu è stato segnato sulla fronte il namam (o tilak, un segno colorato che li identifica) e hanno dato loro una fila di semi della sacra pianta ‘tulsi’. Hanno anche ricevuto una mantra deeksha, la formale iniziazione in sanscrito e in Tamil.
Ma all’Hmk non basta la nuova dichiarazione di fede dei riconvertiti: “Debbono – spiega sempre Arjun – pronunciare un giuramento e firmare un impegno. Poi porteremo questi certificati di conversione al competente ufficio per cambiare i loro nomi nel registro”. Ora vogliono riconvertire almeno altri 20mila cristiani, nel distretto Villupuram, “per il prossimo agosto”.
Nel Tamil Nadu la discriminazione di casta è presente anche tra i cristiani. Lo scorso 9 marzo nella parrocchia di Eraiyur, arcidiocesi di Pondicherry-Cuddalore, ci sono stati scontri tra i cristiani Dalit e quelli delle caste superiori ed è intervenuta la polizia, che ha sparato e ucciso due persone. Le caste superiori hanno persino cimiteri e posti a sedere in chiesa separati dalle caste inferiori.
Papa Giovanni Paolo II, il 17 novembre 2003, ha esortato i vescovi del Tamil Nadu, in visita “ad limina” a Roma, a lavorare per superare questa divisione. “Ogni forma di pregiudizio di casta nei rapporti tra cristiani – ha ricordato – è contrario a una autentica solidarietà umana, minaccia per un’autentica spiritualità e serio ostacolo per missione di evangelizzazione della Chiesa. Quindi, gli usi e le tradizioni che perpetuano o rafforzano la divisione per casta debbono essere riformati in modo sensibile e diventare espressione della solidarietà della comunità cristiana. Come ci ha insegnato l’Apostolo Paolo: ‘Se una membra soffre, tutte soffrono insieme’ (1 Cor. 12:26). Il dovere della Chiesa è lavorare senza sosta per cambiare i cuori, aiutare tutta la gente e vedere ogni persona come Figlio di Dio, fratello o sorella di Cristo, perciò membro della nostra famiglia”.
28/04/2008