30/06/2023, 12.27
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Tamil Nadu, la battaglia degli accendini e la tradizione delle scatole di fiammiferi

di Alessandra De Poli

Il governo indiano ha vietato l'importazione per quelli a basso costo (in prevalenza cinesi) per salvaguardare un'attività economica essenziale nell'arido Tamil Nadu. Nelle aziende locali sono impiegate oltre 100mila persone, di cui il 90% donne. Ma a gioire per il divieto sono anche gli appassionati di fillumenistica secondo cui i design sulle etichette esterne fanno parte della cultura popolare indiana.

Milano (AsiaNews) - Le importazioni di accendini con un costo unitario inferiore a 20 rupie sono state vietate dal governo indiano. La nuova normativa, entrata in vigore ieri, si applica agli accendini tascabili, alimentati a gas, ricaricabili e non ricaricabili, ha annunciato con una nota la direzione generale del commercio estero, per la gioia delle lavoratrici nelle fabbriche di fiammiferi e dei collezionisti di scatole, chiamati fillumenisti. 

A settembre dello scorso anno il primo ministro dello Stato meridionale del Tamil Nadu, M. K. Stalin, aveva chiesto a Delhi di salvare l’industria locale di scatole di fiammiferi che impiega direttamente oltre 100mila persone, di cui circa il 90% donne: "L'industria è un motore vitale della crescita economica in una regione arida per l'agricoltura. Sarete a conoscenza del fatto che le scatole di fiammiferi generano entrate in valuta estera di circa 4 miliardi di rupie attraverso le esportazioni", aveva scritto M. K. Stalin nella lettera indirizzata al ministro del Commercio e dell’Industria, Piyush Goyal. Secondo V. S. Sethurathinam, segretario della National Small Matchbox Manufacturers Association, le 350 aziende di fiammiferi del Tamil Nadu, insieme a 1.500 unità di imballaggio, producono ogni giorno oltre 5mila scatole, che sono tra le più economiche al mondo: in patria e all’estero una scatola ogni tre è di origine indiana. Ma la concorrenza con altri Paesi come il Pakistan e l’Indonesia e l’aumento dei costi delle materie prime negli ultimi anni ha generato difficoltà nelle esportazioni e diversi scioperi, soprattutto nei distretti di Tuticorin e Virudhunagar.

Per il primo ministro dello Stato le vendite sono calate anche a causa della disponibilità di accendini monouso cinesi, che costano solo 10 rupie (contro le 400 di una scatola di fiammiferi) e possono sostituire 20 scatole, provocando grandi quantità di rifiuti in plastica con conseguenti impatti negativi sull’ambiente e la salute. In aggiunta a ciò, secondo gli esperti in materia, a volte gli accendini dalla Cina vengono importati anche illegalmente come “custodie vuote” per aggirare le restrizioni che disciplinano l’importazione di sostanze infiammabili.

Oltre alle lavoratrici, anche gli appassionati di fillumenistica avranno probabilmente accolto con favore la notizia sul divieto di importazione. Le scatole di fiammiferi fanno infatti parte della cultura popolare indiana grazie alle miriadi di design che vengono realizzati sulle etichette esterne. A Delhi, Gautam Hemmady, ha iniziato la sua collezione nel 2012 e ora è arrivato a possedere 25mila scatole, mentre Rohit Kashyap, residente a Chennai, ne ha collezionate 80mila da oltre 100 Paesi del mondo.

Come per i francobolli e le monete, anche le scatole di fiammiferi commemorano eventi storici. Shreya Katuri, che documenta la sua raccolta di migliaia di scatole su Instagram attraverso l’account @artonabox, ha dedicato la propria tesi di laurea allo studio delle etichette sulle scatole dei fiammiferi indiane, prodotte per la prima volta in loco agli inizi del Novecento grazie alle conoscenze di migranti giapponesi. Prima di allora i fiammiferi venivano importati perlopiù dalla Svezia, prima nazione al mondo a produrli.

All’inizio i piccoli contenitori - prima realizzati in legno e poi in cartone - riproducevano temi simili a quelli dei produttori stranieri, ma poi, in concomitanza con il movimento indipendentista, hanno cominciato ad apparire sempre più slogan con parole indiane, come Bharat Mata (madre India), insieme ad animali, divinità, cartine del Paese, personaggi politici e in seguito attori e attrici grazie alla popolarità del cinema indiano che poi diventerà Bollywood. Negli anni ‘90 molte scatole sono state dedicate al lancio della Tata Nano, un’auto venduta unicamente per il mercato indiano, poi sostituite in anni più recenti da immagini della metropolitana di Delhi. 

Al giorno d’oggi le scatole di fiammiferi possono essere comprate nelle bancarelle, ma per i fillumenisti le più preziose sono quelle vuote che si trovano lungo il ciglio della strada. La sorella di Shreya Katuri ha quasi rischiato un incidente saltando fuori da un'auto in corsa per raccoglierle una scatola di fiammiferi abbandonata su un marciapiede. Mentre alcuni collezionisti sperano di poter dar presto vita a un museo, oggi diverse aziende, tra cui le case editrici, prendono ispirazione dai design moderni delle scatole di fiammiferi, che, anche se un po' kitsch a stravaganti, continuano ad essere apprezzati.

 

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