01/03/2012, 00.00
INDIA
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Tamil Nadu, denunciate due ong cattoliche: protestavano contro il nucleare

di Nirmala Carvalho
Sono la Tuticorin Diocesan Association e la Tuticorin Multipurpose Social Service Society, guidate dal vescovo Yvon Ambroise. Il governo ha bloccato i conti bancari. L’accusa è di usare i fondi esteri per sostenere le manifestazioni contro la costruzione della centrale nucleare di Kudankulam.

Mumbai (AsiaNews) - "Tutti i fondi delle organizzazioni della Chiesa sono disponibili sul sito del Consiglio dei ministri. Non ci sono ambiguità di alcun tipo, solo assoluta trasparenza". Lo afferma ad AsiaNews p. William Sadhanam, portavoce della Tuticorin Diocesan Association e della Tuticorin Multipurpose Social Service Society, due delle quattro ong denunciate dalle autorità del Tamil Nadu per finanziamenti illeciti. Entrambe le ong sono guidate da mons. Yvon Ambroise.

La scorsa settimana il governo centrale ha bloccato i conti bancari di quattro ong, coinvolte nelle proteste contro la centrale nucleare di Koodankulam (Tamil Nadu). Le altre due associazioni denunciate sono ong locali di Kanyakumari. V. Narayanasamy, ministro delle Relazioni parlamentari in Tamil Nadu, accusa queste ong di aver usato i loro fondi stranieri - destinati a disabili, prevenzione e cura della lebbra o scopi religiosi - per finanziare le proteste anti-nucleare.

"La decisione di congelare i nostri conti - dichiara p. Sadhanam - è ingiusta. Il governo ci colpisce solo perché un gran numero di manifestanti sono pescatori cattolici e il vescovo sostiene la loro causa. Quando c'è stato lo tsunami, le autorità hanno chiesto l'aiuto e l'assistenza della Chiesa per il recupero e la riabilitazione delle migliaia di vittime. Adesso invece, ci tratta come criminali".

Firmato nel 1988 ma avviato solo nel 1997, il progetto dell'impianto nucleare russo di Kudankalam ha subito diversi rinvii, a causa dei ritardi nella fornitura di componenti e dell'ostruzionismo della gente. L'11 settembre 2011, più di 127 persone del villaggio di Idinthakarai hanno iniziato a digiunare in segno di protesta. Dopo 12 giorni, la gente ha interrotto lo sciopero della fame per le promesse (non mantenute) di J. Jayalitha, chief minister dello Stato, che aveva garantito di fermare il progetto. 

 

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