Talebani al potere nella Swat Valley: via le ong e niente antipolio ai bambini
Islamabad (AsiaNews) – Avvocati senza lavoro, organizzazioni non governative impossibilitate a operare, interruzione di vaccini antipolio, scarcerazioni continue di guerriglieri talebani e richieste per introdurre la sharia in altre province della regione. La legge islamica, entrata in vigore il 16 febbraio scorso, comincia a “dare i suoi frutti”.
Sottoscritta fra il governo della North West Frontier Province (Nwfp) e il movimento Tahrik-e-Nifaz Shariat Muhammadi (Tnsm) per porre fine ad anni di guerra e violenze, essa è sempre più utilizzata come pretesto per limitare i diritti civili e le libertà personali. La valle di Swat vive un fenomeno di progressiva “talebanizzazione” che mette a rischio una delle aree più belle del Paese, meta ambita un tempo del turismo locale e internazionale.
Domenica scorsa sono stati liberati 14 terroristi talebani, portando in breve tempo il numero totale delle scarcerazioni a 48. Il bando stabilito dal leader del Tnsm alla presenza degli avvocati in tribunale ha lasciato senza lavoro più di 500 legali. Secondo la legge islamica, infatti, non è richiesta la presenza di un avvocato nei processi; solo le persone che promuovono le cause e gli accusati hanno il diritto di comparire davanti alla corte.
Sempre domenica il movimento estremista Tehreek-e-Taliban Pakistan (Ttp) ha ordinato a tutte le Ong di abbandonare la Swat Valley, accusandole di essere foriere di “volgarità e oscenità”. La loro colpa è quella di assumere donne e farle lavorare assieme ai maschi, sul terreno e negli uffici. “Un fatto che va contro l’islam e inaccettabile”, riferisce il portavoce del Ttp. La lunga mano dei talebani si è abbattuta anche contro le campagne di vaccinazione dei bambini per la poliomielite: esse sarebbero causa di “infertilità” e i vaccini hanno la colpa di “essere importati” dall’estero.
Nel distretto di Lower Dir – uno dei 24 che costituiscono la Nwfp – i fondamentalisti islamici hanno messo i lucchetti a un centro per la famiglia, minacciando di farlo esplodere nel caso in cui sia riaperto. Partiti religiosi e movimenti estremisti chiedono l’applicazione della sharia in altri distretti della provincia e nelle aree tribali al confine tra Pakistan e Afghanistan.
La società civile e gli attivisti per i diritti umani condannano la “talebanizzazione dello Swat”. Alcune zone della provincia sono ormai off-limits e i militanti hanno già iniziato l’applicazione della visione più rigida e fondamentalista della sharia. Mehdi Hasan, vice-presidente della Commissione pakistana per i diritti umani (Hrcp) del Punjab avverte che i talebani non si fermeranno finché non avranno raggiunto il loro scopo e colpiranno chiunque cercherà di ostacolarli. Egli auspica un intervento del governo, perché riprenda il controllo della situazione.
Nighat Saeed Khan, del Women’s Action Forum (Waf), riferisce che i taliban hanno usato tecnologia occidentale – telefoni cellulari, veicoli e armi – pur definendola “non-islamica”. La donna aggiunge che i militanti stanno creando delle “zone private” – che potrebbero utilizzare come centri di addestramento per il terrorismo – e intendono “estendere l’influenza ad altri distretti”. Vanno fermati per tempo.