Taiwan deve chiedere l’ammissione all’Onu, "con qualsiasi nome"
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Il Comitato per il controllo sui referendum ha respinto ieri la proposta del Partito di governo democratico progressista (Pdp) di sottoporre al voto popolare se il Paese deve chiedere di entrare nelle Nazioni Unite con il nome di Taiwan. Kao Yung-kuang, presidente del Comitato, ha spiegato che la proposta ha avuto 12 voti contrari su 20 ed è stata sostenuta quasi soltanto dai 7 membri del Pdp, che dopo il voto si sono dimessi per protesta. Secondo gli oppositori a referendum, ciò che conta è l'ammissione all'Onu, non il nome col quale si è ammessi.
Furenti i commenti di Yu Shyi-kun, leader del Pdp, che definisce gli oppositori “nemici dello Stato” che “hanno l’obiettivo finale di riunirsi a Pechino” e bolla la decisione come “antidemocratica e contraria ai desideri dell’opinione pubblica” che ha diritto di esprimersi sulla questione. Il Pdp ha annunciato l’immediato ricorso al Comitato per gli appelli del Gabinetto di governo.
L’Isola ha avuto un seggio all’Onu fino al 1971, quando il posto della Cina fu dato a Pechino. Da allora la Cina popolare si è opposta all’ammissione di Taiwan, con qualsiasi nome, ritenendola parte del suo territorio e non uno Stato sovrano. Il Pdp e il presidente Chen Shui-bian vogliono ottenere il riconoscimento formale della autonomia di Taipei da Pechino e anche per questo chiedono che la richiesta sia sostenuta da un referendum popolare che dimostri la chiara volontà di oltre 23 milioni di persone. Fra l’altro Chen vuole tenere il voto insieme alle elezioni presidenziali previste per il marzo 2008.
Gli Stati Uniti, principale alleato dell’Isola, da tempo hanno ammonito che questo voto farebbe aumentare le tensioni con Pechino.
Wu Den-yih, segretario generale del Partito nazionalista cinese (Kuomintang), ritiene che sia solo importante che l’Onu ammetta lo Stato “con qualsiasi nome che gli sembri appropriato”. Anche Ma Ying-jeou, candidato Kmt per le elezioni presidenziali del 2008, osserva che occorre un approccio “pragmatico e flessibile” e che si può entrare nell’Onu anche con altri nomi, come “Taipei cinese”.