Taipei e Pechino, storici accordi per voli aerei diretti, commercio, poste e alimenti
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Cina e Taiwan firmano “storici accordi” su turismo, commercio, poste e sicurezza alimentare, come previsto. Oggi a Taipei, in diretta televisiva, tra calde strette di mano (nella foto), Chen Yunlin, capo dell’Associazione per le relazioni sullo Stretto di Taiwan (Association for Relations Across the Taiwan Strait, ARATS), e Chiang Pin-kung, controparte locale capo della Fondazione per lo scambio nello stretto hanno firmato i 4 accordi già concordati. Prevedono, tra l’altro, un aumento di 3 volte dei voli passeggeri diretti tra i 2 Paesi, che saranno 108 la settimana collegando 21 città rispetto alle attuali 5. Varati pure trasporti navali commerciali diretti, con la creazione di 11 porti a Taiwan e di 63 in Cina aperti al commercio ed esenti da tasse all’importazione. Finora aerei e navi hanno dovuto, invece, passare per territori esteri. Concordati pure rapporti postali diretti.
E’ stato inoltre deciso di cooperare nella sicurezza alimentare, problema acuto a Taiwan dopo il recente scandalo del latte alla melamina. Nel Paese una donna e 3 neonati si sono ammalati per avere consumato latte cinese adulterato. I prodotti cinesi sono molto usati dalle ditte alimentari di Taiwan che hanno dovuto richiamare intere partite di merce perché prodotta con questa polvere di latte tossica.
Gli accordi faranno risparmiare miliardi di euro e consentiranno maggiori commerci in un periodo di crisi mondiale. Con reciproca soddisfazione, Cina e Taiwan dimostrano di voler aumentare la cooperazione, lasciando per ora da parte 60 anni di problemi politici. Pechino considera Taiwan parte del suo territorio e si è sempre detta pronta a riprenderla con la forza, se necessario. Taipei non intende rinunciare alla sua indipendenza di fatto, seppure le ultime elezioni sono state vinte da Ma Ying-jeou, del partito Kuomintang, fautore di migliori rapporti con la Cina.
Numerosi gruppi politici, per i diritti umani e religiosi hanno programmato manifestazioni di protesta per la visita di Chen, per contestare la repressione attuata in Cina contro democratici e attivisti per i diritti umani. Ma oltre 5mila poliziotti hanno presidiato l’aeroporto di Taoyuan, l’albergo di Chen e i suoi spostamenti, per impedire scontri fra manifestanti e ospiti cinesi. Qua e là vi sono state dimostrazioni, specie di membri del Falun Gong e di attivisti proTibet.