Taipei, tagli alle tredicesime degli statali. Ma l'economia si difende
Taipei (AsiaNews) - Il parlamento di Taiwan (立法院, Legislative Yuan) ha deciso il taglio alle tredicesime (年終獎金, year-end bonuses) e ai premi di produzione per gli impiegati statali creando un'ondata di proteste il giorno seguente.
Con le vecchie normative ogni dipendente poteva raggiungere una tredicesima pari a 4,6 mesi di stipendio sommando 2 mesi di premio massimo, in base alle graduatorie in cui il dipendente si trova, e 2,6 mesi per efficienza personale. Ora il massimo raggiungibile per il premio personale, da 2,6 mesi è stato abbassato a 1,2 mesi: rimanendo invariato il premio in base alle graduatorie (2 mesi), si arriva alla somma totale di 3,2 mesi di tredicesima.
L'accordo è stato raggiunto durante le trattative per il budget 2013 del governo centrale. L'Unione per la Solidarietà di Taiwan (台灣團結聯盟), partito all'opposizione, aveva chiesto la cancellazione totale delle tredicesime per le aziende statali in perdita: durante la discussione si è arrivati al compromesso di ridurre i premi ai dipendenti senza però cancellarli, rispettando così il riconoscimento ai dipendenti delle aziende in attivo, che meritano il premio di produzione.
La riduzione riguarda anche gli insegnanti e i dipendenti statali già in pensione, salvaguardando solo coloro che ricevono una quota sotto i 20mila NTD (690 dollari Usa) e le famiglia di coloro che sono morti durante il lavoro, o hanno sofferto menomazioni irreversibili.
I sindacati vedono l'abbassamento delle tredicesime come un affronto ingiusto ai dipendenti. Le ragioni della loro protesta, scoppiata da quasi una settimana, si basano sul fatto che gli impiegati non possono essere considerati pienamente responsabili delle perdite. Infatti i dipendenti devono seguire le linee aziendali decise dal governo, che è il vero responsabile delle perdite.
Totalmente diversa è l'opinione degli impiegati di aziende e scuole private, secondo i quali i dipendenti statali godono già di troppi privilegi che i privati nemmeno si sognano. Proprio a questo proposito il Partito Democratico Progressista (民主進步黨), il maggiore all'opposizione, sostiene che aziende statali come Taiwan Power Co (台電) e Taiwan Water Corp. (台水) non sono in grado di offrire tredicesime e premi di produzione di qualsiasi tipo, viste le perdite negli ultimi anni. L'opposizione mercoledì ha chiesto al governo di rivedere il budget 2013 e ha previsto una grande protesta per domenica 13 gennaio.
Il governo ha rispettato le decisioni del parlamento, ma ha auspicato che in futuro si abbia un approccio più articolato a seconda dei casi e meno uniforme, per differenziare maggiormente aziende in profitto e aziende in perdita.
Nonostante questi problemi - a cui si aggiunge il caro-casa, che rende proibitivo per molti giovani acquistare un appartamento in città - Taiwan ha un'economia molto forte orientata all'export, di altissimo livello tecnologico, e una straordinaria capacità di innovazione che l'ha fatta uscire molto bene dalla crisi finanziaria asiatica del 1997 e soprattutto dalla crisi globale iniziata nel 2007. Con un solo anno di recessione nell'ormai lontano 2001, e nonostante la concentrazione di massicci investimenti delle industrie taiwanesi in Cina continentale, la massima crescita economica si è avuta nel 2010 con un record del 10% di crescita in quell'anno, con un Pil per capita che da allora ha sorpassato quello di Francia, Finlandia e Giappone e una disoccupazione ridotta ai minimi termini.