Susilo: Alto rischio di attentati terroristi in Indonesia
"Le cellule terroriste sono ancora attive", avverte il presidente. Maggiore all'erta contro il terrorismo e monito contro gli estremisti islamici .
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) Susilo Bambang Yudhoyono (SBY), presidente dell'Indonesia, ha avvertito la nazione circa il rischio di attentati terroristi nei prossimi 2 mesi.
"Le cellule terroristiche ha detto ieri - sono ancora attive. Ancora si nascondono, fanno proseliti, intessono alleanze, cercano nuovi finanziamenti e fanno piani."
"Arrivano settembre e ottobre ha aggiunto- che sono mesi speciali per il terrorismo. Ci sarà un aumento delle attività terroriste." "La scorsa notte ho dato istruzione al ministro per la Sicurezza, al capo dell'agenzia per le informazioni segrete e al capo della polizia di svolgere maggiori operazioni per l'accertamento e la prevenzione di atti di terrorismo nei mesi di settembre e di ottobre".
Susilo ha parlato del gruppo Jemaah Islamiah (JI), definito una "minaccia" per la nazione. Alla JI, considerato il braccio di al Qaeda per il Sud est asiatico, sono attribuiti gravi attentati nel Paese negli ultimi anni tra agosto e ottobre, come l'attentato al night club di Bali dell'ottobre 2002 in cui perirono 202 persone e l'attacco suicida all'ambasciata australiana a Jakarta del settembre 2004 che causò 10 vittime.
Il presidente ha anche ammonito contro ogni posizione estremista e contro i gruppi radicali islamici e ha ricordato che l'Indonesia il più popoloso Stato islamico del mondo- "continuerà a essere [uno Stato] moderato, tollerante e democratico". "Noi daremo sostegno all'azione dei religiosi moderati."
Negli ultimi mesi, diversi episodi indicano una diffusione delle posizioni radicali criticate dal presidente. A luglio il Consiglio degli Ulama ha emanato un editto che proibisce il pluralismo religioso, le interpretazioni liberali della dottrina islamica e i matrimoni interconfessionali. La fatwa, che non ha valore legale, è stata criticata con forza dai chierici moderati. Estremisti musulmani hanno anche fatto chiudere con la forza numerose chiese cristiane, senza che la polizia intervenisse.
Il Paese affronta anche una grave crisi economica. L'aumento del prezzo del carburante e la continua perdita di valore della locale rupia (che in agosto ha perso il 10% del valore rispetto al dollaro Usa) ha portato oggi la Banca centrale ad alzare il tasso di interesse al 9,5% (era dell'8,75%).