02/04/2007, 00.00
NEPAL
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Suscita speranze e timori l'ingresso dei maoisti nel governo nazionale

di Prakash Dubey
Dopo i recenti contrasti, i maoisti hanno confermato la partecipazione al governo nazionale. Esponenti di diverse fedi raccontano le rinnovate speranze di pace, ma anche i dubbi sulle loro reali intenzioni.

Kathmandu (AsiaNews) – I maoisti hanno ottenuto 5 ministeri nel governo provvisorio nepalese costituito ieri. Esponenti di varie fedi religiose raccontano come la conferma della loro partecipazione alimenta le speranze di pace dopo oltre 10 anni di guerra civile, ma non sopisce i timori sulle loro reali intenzioni.

Nel governo dell’ottantenne premier Girja Prasad Koirala, i maoisti hanno 5 dei 21 ministeri (informazione, sviluppo locale, pianificazione e lavoro, foreste, donne e bambini). Questo governo ha il compito di guidare il Paese alle elezioni di giugno del parlamento che scriverà la nuova Costituzione. L’analista Ram Ekbal Choudary spiega ad AsiaNews che la nomina del governo significa “la fine di 238 anni di governo della monarchia”, “che ormai è solo parte della storia del Paese”. Ma tutti si chiedono cosa faranno ora i maoisti.

Gochan Tamang, monaco buddista, confida ad AsiaNews che c’è “ottimismo” che ci sia la pace, dopo “un bagno di sangue durato un decennio”, ma è scettico che i maoisti possano abbandonare “la cultura di imporre la loro volontà con la forza. So come hanno estorto ‘donazioni’ anche ai monasteri buddisti e a monaci che hanno appena di che vivere grazie alla carità popolare. Temo che vogliano saccheggiare lo Stato allo stesso modo”. Comunque, “la popolazione del Nepal non ha mai ricevuto aiuti dallo Stato”, depredato da esercito e gruppi al potere sia durante la monarchia che nella debole democrazia degli anni ’90. “I cittadini del Nepal – conclude – chiedono solo di essere lasciati vivere la propria vita”, liberi dalle violenze e dalle estorsioni dei maoisti.

Nirmal Thulung, cristiano della Chiesa della buona speranza nel Nepal orientale, si dice “felice” che i maoisti accettino la competizione politica, ma commenta che “il loro solo obiettivo è il potere. Comunque è solo grazie a loro che il Nepal è diventato uno Stato laico. Almeno loro si sono opposti all’elite indù al potere. La loro presenza impedisce uno Stato teocratico, che è sempre repressivo”.

Anche Pawan Pathak, prete indù, dice che i maoisti hanno aiutato il Nepal a diventare uno Stato laico e a mandare via il re e il suo gruppo di potere che “usavano il pretesto che il Nepal era un regno indù per tutelare i loro interessi”, con “il re nepalese che sosteneva di essere l’incarnazione del dio Vishnu”. Occorre vigilare perché è ancora alto il pericolo di un settarismo religioso indù, per ragioni di potere, “come accade nella politica della vicina India”, a danno dei fedeli di altre religioni.

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