Suore nuotatrici salvano i bambini dalle alluvioni a Jakarta
Jakarta (AsiaNews) - Hanno lasciato le vesti religiose, indossato i giubbotti salvagente e si sono tuffate nelle acque che hanno inondato Jakarta la scorsa settimana per mettere in salvo adulti e bambini. Sono le suore francescane missionarie di Maria, che stanno aiutando volontari e sacerdoti cattolici nel gestire la crisi umanitaria e sanitaria che ha colpito la zona della capitale in seguito alle recenti alluvioni. Il bilancio ufficiale delle vittime è fermo a 85 morti e 500 mila sfollati, mentre le autorità sanitarie suonano il campanello d’allarme e la Chiesa cattolica avverte: “I poveri sono in condizioni tragiche”.
Circa 200mila persone presentano sintomi di malattie legate al post-inondazioni. Fonti ufficiali avvertono, però, che solo 510 stanno ricevendo cure ospedaliere. Le strutture sanitarie sono sotto pressione e il ministero della Salute riferisce di un preoccupante aumento di casi di febbre dengue, dissenteria e di malattie all’apparato respiratorio e lancia l’allarme epidemia. Il rischio è legato al fatto che migliaia di sfollati vivono ammassati nei centri d’emergenza in pessime condizioni igieniche, mentre anche chi fa ritorno a casa non può disporre di acqua potabile, energia elettrica e degli impianti idraulici.
P. Ignatius Ismartono, sj - coordinatore del Servizio crisi e riconciliazione della Conferenza episcopale indonesiana - impegnato negli aiuti - racconta che al momento i bambini sono i più vulnerabili con malattie della pelle e forti febbri. “Stiamo lavorando anche con gli aiuti arrivati dalle Caritas di Germania e Austria – riferisce il gesuita – ci occupiamo di circa 5mila persone nelle 39 parrocchie colpite dalle inondazioni”. È lo stesso p. Ismartono a raccontare del coraggio di alcune missionarie francescane (nella foto), che “si sono tuffate nelle acque, alte fino a 3 metri, traendo in salvo diverse persone, tra adulti e bambini”. Per ora il Servizio crisi dei vescovi indonesiani sta distribuendo 1000 kit per l’igiene personale e acqua potabile. Ma p. Ismartono sottolinea la gravità della situazione: “I poveri stanno malissimo, hanno perso la casa e ora si ammalano, mentre i ricchi possono permettersi un albergo e rimanere lontani dal contagio”.