25/10/2005, 00.00
INDIA
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Suore-medico indiane, in 600 sono il "motore" della sanità rurale

Il Segretario della Commissione salute della Conferenza episcopale indiana racconta ad AsiaNews come nasce un esercito composto da circa 600 religiose che opera nelle campagne indiane, dove non arrivano i dispensari governativi né le cliniche private.

Bangalore (AsiaNews) – Le suore che escono dalla St John's Medical University di Bangalore sono "il motore della sanità rurale, un esempio unico di carità cristiana". P. Alex Vadakumthala, Segretario esecutivo della Commissione Salute della Conferenza episcopale Indiana (Cbci), racconta ad AsiaNews di un "esercito" composto da 600 religiose di varie congregazioni che dedicano la vita a curare i poveri delle campagne indiane.

"Il governo ed i privati – dice – non aprono dispensari o cliniche in queste zone, difficilmente raggiungibili e popolate dai più poveri abitanti del Paese. Per garantire anche a loro la possibilità di cure mediche la Cbci ha creato nel 1963 un'università medica in cui formare persone qualificate e dedicate".

"La Chiesa indiana – continua - mantiene 4.790 strutture sanitarie nel Paese, di cui l'85 % dislocato nelle campagne. Il motore di queste strutture sono le 'suore medico' che escono dalla St. John's, il cui campo d'azione principale sono i 4 Stati del Sud: Karnataka, Andhra Pradesh, Kerala e Tamil Nadu".

"I cristiani rappresentano una minoranza in India, – sottolinea - circa il 2,5 % della popolazione totale, ma il contributo che diamo in campo medico-sanitario ed educativo è apprezzato sia dal governo centrale che dai governi statali. Il risultato migliore lo otteniamo in campo medico perché operiamo laddove non arriva nessun'altro".

P. Vadakumthala racconta che lo scopo dell'università è la formazione di medici con un'etica cattolica: "I problemi interreligiosi – conclude – non ci preoccupano perché il nostro aiuto è conosciuto, apprezzato e rispettato da tutti. La dedizione verso i poveri e la preparazione di queste suore sono uniche".

La preparazione viene spiegata ad AsiaNews dal rettore dell'Università, p. Kallam, che dice: "Il corso dura 5 anni, ma tutti gli iscritti hanno l'obbligo di prestare tirocinio nei villaggi per 2 anni". "Di tutti gli studenti – continua – le suore scelgono di rimanere lì dove si trovano anche scaduto l'obbligo".

"Gli altri studenti – conclude – a volte se ne vanno, ma capita anche che decidano di dedicare la loro vita a curare chi non può permetterselo".

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