Suor Nirmala Joshi: l’eredità viva di Madre Teresa
Kolkata (AsiaNews) – A 10 anni dalla morte di Madre Teresa, la congregazione da lei fondata continua a crescere: dal 5 settembre del ’97 – quando la Madre “è tornata alla Casa di Dio” - più di 900 persone si sono aggiunte alle Missionarie della Carità (Mc), permettendo l’apertura di 166 nuove case e allargando la loro presenza in 14 nuovi Paesi. A confermare di quanto è vivo il carisma e la testimonianza di Madre Teresa è sr Nirmala Joshi, superiora delle Missionarie della Carità, la cui successione era stata voluta dalla stessa fondatrice. Suor Nirmala, 73 anni, proviene da una famiglia indù originaria del villaggio nepalese di Putalibazar, a ovest di Kathmandu. Di casta bramina, la sua famiglia è emigrata in India nel ’47. Suor Nirmala, trasferitasi a Calcutta, è divenuta cattolica grazie all’aiuto di Madre Teresa. È stata una delle prime a vestire il sari bianco orlato di azzurro delle Mc. Faceva parte del ramo contemplativo della congregazione, quando a 6 mesi dalla morte della Madre, è stata chiamata ad essere superiora generale.
Nell’intervista con AsiaNews suor Nirmala parla del valore intatto e attuale del messaggio di Madre Teresa, in un mondo che rifiutando l’amore rifiuta la dignità di ogni essere umano e “la luce, la pace e la gioia”. A proposito delle polemiche sorte in queste settimane sulla “notte oscura” e “l’ateismo” di Madre Teresa, la superiora delle Mc afferma tutta la fede “eroica” della futura santa.
Sr Nirmala, di Madre Teresa ha ancora valore oggi per la gente?
La vita d’amore e l’opera d’amore della Madre hanno rilevanza per la gente di tutte le epoche. La sua preghiera, il suo Messaggio che Dio ama ogni persona, la sua spinta ad amarci gli uni gli altri come Dio ci ama continua ad avere un forte impatto sulle persone e sui popoli. Madre Teresa mostra ad essi la semplice via dell’Amore.
Dieci anni dopo la morte di Madre Teresa, com’è la vita della congregazione da lei fondata?
In questi 10 anni la nostra congregazione ha continuato a crescere. Siamo andate in 14 nuove nazioni e abbiamo fondato 166 nuove case in tutto il mondo, così a tutt’oggi siamo in 134 Paesi on 757 case.
Attualmente abbiamo 4823 suore di 94 differenti nazionalità. Quando la Madre è tornata alla Casa del Padre, nel ’97, eravamo 3842. E nuove vocazioni continuano ad arrivare.
La nostra vita di preghiera, la semplicità, il nostro lavoro umile e amoroso, fatto con piena dedizione e gratuitamente verso i più poveri dei poveri, senza privilegi di nazionalità, casta o credo, continua anch’esso allo stesso modo. E continua pure la nostra totale dipendenza dalla Divina Provvidenza per tutti i nostri bisogni e per quelli dei più poveri dei poveri affidati alle nostre cure. La provvidenza di Dio non fallisce mai. Ricchi e poveri in tutto il mondo continuano a condividere i loro doni d’amore coi poveri, attraverso di noi. Molti giovani da ogni parte continuano a venire come volontari, per condividere di persona il nostro umile lavoro di amore.
La tomba della Madre attrae persone da tutto il mondo, da tutti gli ambienti sociali, ricchi, poveri, giovani, vecchi, istruiti, analfabeti, malati, sani, di tutte le culture e religioni e perfino quelli senza alcuna religione. Vengono a rendere omaggio alla Madre,a ricevere la sua benedizione, a pregare per le loro necessità e a manifestare la gratitudine per quello che lei ha fatto a loro.
Il mondo di oggi sembra però perdere sempre più il senso del sacro e di Dio…
Se perdiamo il senso del sacro e di Dio, perdiamo anche il senso della nostra umanità e diveniamo qualcosa per cui non siamo stati creati. La sacralità è strettamente legata alla nostra natura umana: siamo stati creati da Dio che è nostro Padre, a Sua immagine, er diventare santi come Lui è santo, destinati a una vita eterna piena di amore, pace, luce, gioia.
Dio è la fonte di tutto questo e della nostra felicità. Senza Dio non siamo nulla, non conosciamo nulla e non abbiamo nulla: né amore, né luce, né pace o gioia.
Nell’India di oggi cresce il fondamentalismo e la libertà religiosa è frenata da varie leggi anti-conversione. Come continuate a lavorare ed evangelizzare in queste circostanze?
Il diritto alla libertà religiosa è uno dei diritti fondamentali per un essere umano. L’art. 25 della Costituzione indiana lo dice con chiarezza: “Soggetti all’ordine pubblico, alla moralità e alla salute… tutte le persone hanno uguale diritto alla libertà di coscienza e di professare, praticare e diffondere liberamente la [loro] religione”.
Da parte nostra, noi portiamo la bontà dell’amore di Dio ad ogni persona, con la preghiera e il lavoro umile. I nostri piccoli atti di amore manifestano ai fratelli e alle sorelle che soffrono la tenerezza dell’amore di Dio per loro. Essi si pentono del male compiuto, perdonano chi li ha offesi e ritornano nel Cuore di Dio, dove trovano la Pace. Questo stile di evangelizzazione è accettato ovunque, dalle persone di tutti i tempi.
Come vi state preparando alla canonizzazione di Madre Teresa?
Attraverso la preghiera e cercando di vivere e lavorare come vere Missionarie della Carità, con fede, dedizione, gioia.
Il nuovo libro “Madre Teresa: vieni sii la mia luce” (in inglese) mostra che la Madre ha vissuto una profonda crisi di fede durante gli ultimi 40 di vita. Il libro rivela che la beata, sempre sorridente all’esterno, lottava duramente con la sua fede. Ella paragona questi suoi drammi all’inferno e ammette che talvolta ha dubitato dell’esistenza del paradiso e di Dio.
Il nuovo libro mostra che la Madre era una donna dalla fede eroica, piena di speranza e di amore. Nonostante i suoi sentimenti e nell’apparente assenza di Dio e nel sentirsi rifiutata da Lui, ha continuato a credere ne Dio dell’amore, desiderando saziarsi di Lui ancora di più, affidandosi a Lui con una fiducia incrollabile e abbandonando se stessa a Lui con totalità e gioia, a tutti i costi.
Lei sa che AsiaNews ha scelto Madre Teresa come patrona, vuole darci un messaggio per tutti i nostri lettori?
Doio ama ciascuno di noi, così come siamo, con il più tenero e più assoluto amore. Amiamoci gli uni gli altri, in special modo i nostri fratelli e sorelle più poveri e bisognosi, proprio come Dio ci ama. Dio vi benedica.
Nella foto: la nostra corrispondente con Sr Nirmala Joshi.