Sunniti e sciiti laici in piazza a Baghdad contestano la Commissione elettorale
I manifestanti chiedono nuove elezioni, ma vogliono fare pressioni su Lega araba e Onu perché siano seriamente prese in considerazione le denunce di brogli.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - Migliaia di manifestanti in piazza, a Baghdad e Tikrit, per protestare contro la "manipolazione" dei risultati elettorali del voto del 15 dicembre che, anche se non definitivi e non ufficiali, stanno dando una schiacciante vittoria ai gruppi sciiti di ispirazione religiosa ed ai curdi. Tra strette misure di sicurezza, una marcia, che all'inizio contava solo poche centinaia di persone ed alla fine tra 5000 e 10.000, ha preso l'avvio nel quartiere al Mansour, nella parte occidentale di Baghdad, organizzata da un raggruppamento al quale aderiscono 42 gruppi politici sunniti e sciiti laici. Il cartello, che si è chiamato Maran dalle iniziali delle parole arabe 'Congresso per il rifiuto delle elezioni falsificate', ha nel candidato indipendente Ali Al Timimy il suo portavoce e nell'ex premier Iyad Allawi l'incaricato di trattare con le altre forze politiche.
"Maram dice no alla Commissione elettorale", "No alla divisione dell'Iraq", "Vogliamo nuove elezioni" e "Non c'è democrazia senza elezioni libere", le scritte che si leggevano sugli striscioni dei manifestanti. Solo alcune centinaia, invece, coloro che hanno manifestato a Tikrit, città legata alla famiglia di Saddam,
"La marcia ha dichiarato Ali Tamimi ha lo scopo di esprimere il rifiuto del popolo alla falsificazione dei risultati". "Chiediamo ha aggiunto il cambiamento della Commissione elettorale", ma ha sostenuto anche che la manifestazione vuole essere uno strumento per esercitare pressioni sulla Lega Araba e l'Onu affinché considerino seriamente le denunce di brogli e di alterazioni dei risultati operate, a loro dire, dalla Commissione elettorale.
La Commissione ha finora reso noti risultati parziali, seppur con percentuali di circa il 90% dei voti scrutinati, che assegnano una ampia vittoria alle liste degli sciiti "religiosi" e dei curdi. I sunniti, che questa volta hanno partecipato al voto, sono delusi dai dati dei risultati, come gli sciiti laici dell'ex premier Iyad Allawi, e hanno denunciato brogli, compreso l'arrivo dall'Iran di false schede elettorali. La Commissione ha escluso la possibilità di ripetere la consultazione, ma ha fatto sapere che esaminerà ogni denuncia, affermando di averne ricevute circa 1.500. Proprio tale esame, ha inoltre fatto sapere, sta ritardando la comunicazione dei risultati definitivi.