Sulle chiese di Al-Qusair i segni della guerra contro Assad e dell'odio religioso dei ribelli
Beirut (AsiaNews) - La battaglia fra ribelli ed esercito per la conquista di Al-Qusair ha distrutto la città, ridotta ormai a un cumulo di macerie. Degli 30mila abitanti, di cui 3mila cristiani, presenti prima dell'inizio della guerra civile, solo 500 restano nelle proprie abitazioni. Dalle immagini diffuse dalla Bbc le vie appaiono deserte. La maggioranza parte delle case e degli edifici pubblici sono crollati sotto i colpi di mortaio, o sono stati trasformati in depositi di armi dalle milizie anti-Assad, che per oltre un anno hanno occupato la città.
L'assedio non ha risparmiato nemmeno moschee e chiese, per secoli esempio della convivenza pacifica fra musulmani e cristiani. Diversi edifici ortodossi sarebbero state dissacrate dagli stessi ribelli islamici durante la loro permanenza, come confermano alcuni testimoni a Lyse Doucet, inviata della Bbc e prima giornalista straniera ad essere entrata ad Al-Qusair. La corrispondente dell'emittente britannica descrive lo stato di abbandono del santuario greco-cattolico di S. Elia, simbolo della comunità cristiana locale. In questi mesi i ribelli si sono accaniti contro l'edificio, che appare crivellato di colpi di artiglieria. Sul pavimento giacciono sparsi decine di oggetti di culto. Alle pareti sono ancora appese alcune icone e statue, ma la maggior parte risulta sfregiata e mutilata, segno di una distruzione pianificata e non casuale.
Intervistato da AsiaNews, p. Simon Faddoul, presidente di Caritas Libano, spiega che da oltre un anno non si hanno notizie della comunità cristiana di Al-Qusair. "La maggior parte di loro - afferma - è fuggita quando la città è caduta in mano ai ribelli nel 2012. A differenza dei musulmani, pochi cristiani hanno varcato il confine con il Libano. La maggior parte delle famiglie ha preferito cercare rifugio in altre città o villaggi". (S.C.)