Sulla repressione in Myanmar intervenga il Consiglio di sicurezza
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza Onu sulla repressione, con rastrellamenti e pestaggi, delle pacifiche proteste di piazza in corso da oltre 10 giorni in Myanmar contro il carovita. È la richiesta che alcuni senatori e deputati statunitensi hanno sottoposto al presidente Usa George W. Bush e al Segretario di Stato Condoleezza Rice.
Bush ha già condannato il “brutale comportamento” della giunta militare così come anche Francia e Gran Bretagna, altri due membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Al coro di critiche si sono uniti Canada, Svezia, Irlanda, Danimarca ed Unione europea. Al Consiglio di sicurezza il regime birmano ha però in Cina e Russia due potenziali alleati.
Le manifestazioni popolari contro l’aumento del costo del carburante, introdotto dal governo birmano il 15 agosto, continuano quasi quotidianamente a Yangon e altre zone del Paese. Le autorità hanno arrestato più di 100 persone, tra cui numerosi leader del movimento pro-democrazia. Ieri un gruppo di attivisti, fermati il 28 agosto nella capitale, hanno iniziato uno sciopero della fame per ottenere dalle autorità cure mediche per un dimostrante malmenato e ferito.
Nel tentativo di sedare le rivolte “senza sporcarsi le mani”, i generali che guidano il Paese hanno arruolato gang che picchiano i manifestanti; hanno inoltre diffuso, negli alberghi e negli uffici pubblici, una lista di “attivisti ricercati” con nomi, foto e informazioni biografiche. Le direttive sono quelle di segnalare la presenza di queste persone alle autorità.