Sudest asiatico, "difficile combattere" il terrorismo che cambia
Il presidente indonesiano ammette la difficoltà di affrontare nuove tattiche, organizzazione e tecnologie dei terroristi. La Jemaah Islamiah, operativa nella regione, rivede la sua struttura: si divide in cellule indipendenti, recluta kamikaze tra i giovani nei cosiddetti "gruppi di studio islamici", utilizza donne come corrieri di esplosivo e armi.
Jakarta (AsiaNews) Il terrorismo si evolve, sfrutta tecnologie più avanzate, rivede le sue strategie adattandosi ai controlli internazionali e per questo combatterlo è diventato difficile. Ad ammetterlo è il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono (SBY) che ieri ha aperto una conferenza internazionale sul terrorismo a Jakarta.
"I terroristi cambiano tattiche e strategie ha detto sono più elastici, più creativi, utilizzano maggiori tecnologie e sono più determinati a lanciare attacchi senza preoccupazione delle perdite".
L'Indonesia è il Paese musulmano più popoloso al mondo. Dal 2000 ha subito 5 attentati suicidi diretti contro obiettivi occidentali. Più di 240 persone sono morte negli attacchi, rivendicati dalla Jemaah Islamiah (JI), il gruppo terrorista che opera nel sudest asiatico e che si pensa finanziato da al-Qaeda.
Negli ultimi anni le forze di sicurezza nella regione hanno arrestato centinaia di sospetti terroristi e ucciso, a novembre, il responsabile della JI per la fabbricazione di esplosivi, Azahari bin Husin. Ma questo non ha fiaccato i militanti islamici, che secondo informazioni di intelligence, stanno ripensando organizzazione e tattiche.
Cellule indipendenti
La settimana scorsa un documento riservato dell'intelligence indonesiana avvertiva che dopo la morte di Azahari la JI è divisa in cellule indipendenti, che continuano a reclutare kamikaze in Indonesia. Secondo il rapporto, le figure di spicco dell'organizzazione hanno "crescenti legami" con militanti in Afghanistan, Filippine e Thailandia, come pure con i detenuti nella stessa Indonesia.
Le nuove cellule della JI, Thaifah Mansurah (Gruppo vincente), sono costituite in gran parte da giovani reclutati in gruppi di studi islamici. Operano in modo indipendente e sono le principali fonti di kamikaze. Intanto Noordin Mohamed Top, presunto capo operativo dell'organizzazione e del reclutamento, è ancora ricercato. Secondo alcuni terroristi, che ora collaborano con le autorità, la nuova struttura più decentralizzata del gruppo renderà ancora più difficile la sua cattura.
L'indottrinamento in Pakistan
Di recente sono emerse maggiori informazioni sulla presenza in Pakistan di questi "gruppi di studio islamici" formati da studenti della Malaysia e Singapore. Questi giovani avevano come riferimento una casa della JI a Karachi, dove venivano indottrinati e preparati alla militanza. Le informazioni sono contenute nella confessione di Gungun Rusman Gunawan, arrestato a Karachi nel 2003 e condannato a 4 anni di carcere in Indonesia per aver aiutato a finanziare l'attentato del 2003 all'hotel Marriott di Jakarta. Secondo quanto Gungun ha detto alla polizia, la casa è stata istituita a Karachi; Kompak, il gruppo di militanti indonesiani legato con probabilità al conflitto cristiano-musulmano nelle Molucche, pagava l'affitto dello stabile. Al momento non si sa con certezza se la casa esista ancora. I giovani studenti, poi inviati in Afghanistan per l'addestramento militare, si riunivano in un gruppo di studio sotto la tutela di Abdul Rahim, fratello di Abu Bakar Bashir, presunta guida religiosa della JI.
Il ruolo delle donne
Crescono intanto i segnali che i terroristi nel sudest asiatico usino donne per le operazioni di trasferimento di materiale esplosivo e armi. Lo ha riferito la polizia indonesiana pochi giorni fa in seguito a all'arresto, in due casi separati, di 5 donne che cercavano di portare detonatori ed esplosivo dalla Malaysia in Indonesia. Il portavoce della polizia, Anton Bachrul Alam, ha detto che le donne iniziano a ricoprire un ruolo importante nelle organizzazioni terroristiche come corrieri e destinatari di materiale per attentati. Da ottobre scorso la polizia ha già arrestato circa 10 donne in possesso di detonatori, agenti chimici e nitrato, ma non è ancora in grado di collegarle ad alcun attentato nel Paese.