Sud Corea: cresce la richiesta di cremazioni, ma mancano le strutture
Seoul (AsiaNews) In Corea del sud aumentano le persone, che scelgono la cremazione: l'anno scorso il numero ha superato quello delle sepolture tradizionali. Il governo e la Chiesa cattolica, inizialmente contraria, cercano ora di andare incontro a questa crescente esigenza della popolazione. Ieri il ministro della Sanità ha comunicato che più della metà dei sudcoreani deceduti nel 2005 sono stati cremati; la percentuale esatta è 56 %, il 3,4 % in più rispetto al 2004.
La cifra è in rapido aumento: nel 1970 il tasso delle cremazioni era del 10 %, arrivato poi al 38,3 % nel 2001. Da allora fino ad oggi il numero delle cremazioni è cresciuto con una media del 3,5 % l'anno. Se questa tendenza continua, la percentuale delle cremazioni arriverà oltre il 70 % nel 2010.
La scelta di essere cremati è più diffusa in città come Pusan, 74,8 %, Inchon, 69 % e Seoul, con il 64,9 %. Le stime sono più basse nelle zone rurali: 27,2 %, nella provincia di South Cholla, e 29,7 % in quella d North Chungchong.
Nonostante la crescente richiesta di cremazioni, in tutto il Paese esistono solo 46 forni crematori. Lee Sang-in, un funzionario del ministero della Sanità, spiega che "la mancanza di queste strutture è molto evidente soprattutto in città; per questo molti abitanti delle aree urbane utilizzano i crematori di altre regioni". "Ad ogni modo aggiunge diversi progetti per costruire nuovi forni spesso non sono andati in porto a causa delle proteste della popolazione locale". Nel 2000 il governo ha approvato un emendamento al disegno di legge sulla cremazione, che prevede fondi statali per la costruzione di forni crematori pubblici. Secondo Lee una spiegazione del fenomeno è da rintracciare nella "forte carenza di cimiteri, per questo sempre più coreani scelgono la cremazione".
Già da molti anni la Chiesa cattolica non si oppone più alla cremazione. In Corea, in molte diocesi il tradizionale cimitero è stato sostituito da urne cinerarie.
14/04/2005