Su Facebook chiamata alla rivolta in tutta la Siria
Gli annunci del presidente Assad sull’introduzione di riforme di democratiche, eventuale annullamento dello stato di emergenza, misure anti-corruzione, liberazione dei dissidenti e di aumento delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, non sembrano aver placato la protesta popolare del regime autoritario in vigore da quasi 50 anni.
Ieri, migliaia di persone si sono riunite nel centro di Daraa, teatro delle più massicce proteste anti-governative, dove al termine della preghiera del venerdì hanno intonato slogan per la libertà e la vendetta dei martiri e bruciato una statua dell’ex presidente Hafez al-Assad. A Sammin, località vicino a Daraa la polizia ha sparato su un gruppo di manifestanti che tentavano di unirsi alle proteste, uccidendo quasi 20 persone. Secondo i medici della città, in una settimana sono state uccise oltre 40 persone. La repressione violenta della manifestazioni ha scatenato rivolte anche a Damasco, dove oltre 200 persone hanno tentato di sfilare nel centro della città, ma sono state subito fermate e arrestate dalle autorità. Proteste anche a Homs, nell'ovest del Paese.
Per evitare nuove rivolte e rilanciare il sostegno del popolo a favore del regime, la tv di Stato continua a mandare in onda filmati di propaganda. Mentre a Damasco migliaia di persone hanno sfilato per le strade, gridando il loro appoggio al presidente Bashar al-Assad.