07/01/2013, 00.00
INDIA
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Stupro di New Delhi: processo a porte chiuse per 5 dei 6 imputati

Una lite tra avvocati ha costretto il giudice ha chiedere udienze private. Nella sua prima intervista pubblica, l’amico della vittima e unico testimone racconta l’accaduto, sottolineando l’indifferenza dei passanti e della polizia.

New Delhi (AsiaNews) - Sarà un processo a porte chiuse, quello che giudicherà cinque dei sei accusati per lo stupro e la morte di una ragazza a New Delhi. Lo ha ordinato oggi il giudice della corte, dopo che una folla di persone ha fatto irruzione in aula - dove per la prima volta avrebbero dovuto comparire gli imputati - impedendo il regolare svolgimento dell'udienza. Ad aggravare la situazione, anche un litigio tra alcuni avvocati, che hanno aggredito verbalmente un loro collega, dichiaratosi disposto a difendere i cinque. Qualche giorno fa infatti, l'associazione legale del distretto di Saket, dove ha sede il processo, aveva stabilito che nessuno dei suoi membri avrebbe assunto la difesa degli accusati.

Le reazioni sono sempre più forti, a volte violente, e si ripetono dal giorno seguente l'aggressione. Eppure, in un'intervista rilasciata all'emittente tv indiana Zee News, l'amico della vittima e unico testimone dell'accaduto racconta una profonda indifferenza proprio da parte della comunità. "La gente che passava, in auto o in bicicletta, si voltava verso di noi, ci vedeva nudi a terra, e proseguiva. Nessuno, nessuno si è fermato per aiutarci". Aggredito insieme alla vittima, egli sottolinea come "solo dopo 30 minuti sono arrivati dei poliziotti, ma hanno aspettato altro tempo prima di chiamare l'ambulanza, per decidere a quale stazione appartenesse il caso". Intanto, i due giacevano sanguinanti, chiedendo almeno dei vestiti per coprirsi.

Il card. Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana e arcivescovo di Mumbai, afferma che lo stupro di New Delhi è "un esempio del malessere della società indiana", che "riflette il più profondo disprezzo per le donne", esercitato anche in altre forme: aborti selettivi, feticidi femminili, discriminazione ed esclusione nel mondo della scuola e del lavoro. Una condizione che è "conseguenza dell'emarginazione di Dio" dalla vita umana, e che grida al "cambiamento radicale di tutto il Paese". 

 

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