Studioso islamico: Il velo a scuola non è una tradizione musulmana russa
Mosca (AsiaNews) - La decisione della Corte suprema di proibire il velo alle ragazze musulmane che vanno a scuola ha trovato un difensore in un accademico islamico, Rais Sulemainov. In un'intervista ad Interfax, egli sottolinea che le donne musulmane russe - specialmente quelle tatare - non portavano il velo nemmeno prima della Rivoluzione e preferivano i copricapi nazionali.
Sulemainov è direttore del Centro di studi etno-religiosi della regione del Volga, dell'Istituto russo per le ricerche strategiche.
Da una serie di foto dell'epoca, che ritrae gruppi di ragazze a scuola, egli mostra che nessuna di quelle ragaze portava il velo e nello stesso tempo nessuna di esse veniva esclusa dalla comunità musulmana. A riprova di ciò, egli fa notare che i gruppi di ragazze erano guidate da una certa Mukhlisa Bubi (1869-1937), che negli anni '20 divenne la prima donna a rivestire il ruolo di giudice islamico (qadi). La stessa Bubi, sostiene Sulemainov, non vestiva alcun hijab (velo).
La sentenza della Corte suprema - applicata nella regione di Stavropol - ha trovato critiche in diverse frange della comunità musulmana che l'accusano di frenare la libertà religiosa e costringono i genitori a tenere a casa le proprie figlie.
Secondo Sulemainov queste posizioni critiche sono " populiste e demagogiche" perchè la maggior parte dei musulmani preferisce mandare le figlie a scuole laiche, senza velo. A riprova di questo, egli cita l'unica scuola privata islamica, la Usmaniia, nel Tatarstan, in cui vanno solo 50-70 studenti e le ragazze hanno l'obbligo dell'hijab. "Una istituzione di questo tipo - osserva con ironia - non sembra goda di grande popolarità nemmeno fra i musulmani".
11/05/2016 08:42
19/08/2016 16:12