23/05/2013, 00.00
TAIWAN – FILIPPINE
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Studenti taiwanesi promuovono “l’amicizia” con gli immigrati filippini

di Xin Yage
L’iniziativa intende manifestare solidarietà ai filippini, oggetto di polemica dopo l’incidente fra imbarcazioni di Manila e Taipei del 9 maggio scorso. Gli immigrati contribuiscono allo sviluppo sociale e collaborano nella tutela di bambini e anziani. Studentessa: responsabile chi ha sparato, non “gli onesti lavoratori qui”.

Taipei (AsiaNews) - Un gruppo di volenterosi studenti taiwanesi ha lanciato una campagna, per dimostrare appoggio ai lavoratori filippini presenti a Taiwan. L'iniziativa di sensibilizzazione dei giovani è una risposta concreta ai continui servizi televisivi e alle cronache sui principali media taiwanesi, riguardanti l'uccisione da parte della guardia costiera filippina del pescatore 65enne Hung Shih-cheng (洪石成), e la conseguente inchiesta che ne è nata.

Domenica 19 maggio un gruppo di studenti si è ritrovato all'esterno della parrocchia più frequentata dalla comunità filippina nel centro di Taipei e ha affisso cartelli di appoggio ai filippini presenti a Taiwan. Alla loro guida c'era da Li Chun-da (李春大), un'energica studentessa che non si stancava di ripetere che nessuno deve pensare di indirizzare la propria rabbia contro i lavoratori. In questi anni essi hanno offerto un contributo importantissimo alla società taiwanese soprattutto nell'assistenza ad anziani e bambini, oltre che nei lavori di manovalanza nei cantieri.

"Responsabile è il governo e chi ha sparato, non gli onesti lavoratori che abbiamo qui" ha sottolineato Li. A Taiwan ci sono circa 87mila lavoratori filippini; nell'ultima settimana sono arrivate notizie di alcuni abusi nei loro confronti, per questo la giovane Li ha incoraggiato una serie di iniziative e invitato tutti ad essere amichevoli verso gli innocenti lavoratori filippini.

Intanto il 20 maggio scorso Taipei e Manila sono arrivati all'accordo di condurre un'inchiesta parallela, con un'equipe filippina che si recherà a esaminare il peschereccio colpito e una delegazione taiwanese che si recherà nelle Filippine e potrà accedere alle registrazioni dei dialoghi tra i membri della guardia costiera e alle prove ancora reperibili circa l'accaduto.

Tutto è cominciato la mattina del 9 maggio nelle acque contese tra Taiwan e le Filippine, quando la guardia costiera filippina ha sparato 52 colpi sul peschereccio taiwanese per fermare i motori dell'imbarcazione. La raffica di colpi ha ucciso Hung Shih-cheng. Mentre l'accaduto è stato considerato dal governo filippino un'incidente non voluto e frutto di legittima difesa, esso ha causato la dura reazione di Taipei che ha parlato di omicidio a sangue freddo perché ben 24 dei proiettili erano diretti alla cabina di pilotaggio e il peschereccio era disarmato.

La tensione è salita in seguito al rifiuto di chiedere scusa da parte di Manila, mentre la memoria tornava ad altri incidenti del passato. In assenza di scuse ufficiali da parte del governo di Manila, mercoledì 15 maggio il governo taiwanese ha emanato undici misure punitive, fra cui la cessazione del rilascio di permessi ai lavoratori filippini, il richiamo del rappresentante diplomatico taiwanese presente a Manila e l'invito rivolto ad Antonio Basilio, rappresentante delle Filippine a Taiwan, a tornare nelle Filippine. Per fortuna l'iniziativa dei giovani studenti di questi giorni ha portano una nota di costruttiva riconciliazione: si spera che tutta la vicenda trovi una soluzione di giustizia e di riavvicinamento, con il dovuto risarcimento alla  famiglia della vittima e una chiara definizione dei diritti per la pesca nel tratto di mare tra Taiwan e le Filippine, che eviti eventi analoghi in un futuro.

 

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