19/03/2012, 00.00
NEPAL
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Studentessa indù ispirata dal cristianesimo fonda un asilo per aiutare i figli delle giovani detenute

di Kalpit Parajuli
A causa della povertà centinaia di detenute nepalesi sono costrette ad allevare i propri figli nei penitenziari. Fondata nel 2005 da Pushpa Basnet, la Batterfly Home offre ai bambini cibo, istruzione e cure mediche gratuite.

Kathmandu (AsiaNews) - Privi di assistenza da parte dello Stato, decine di bambini figli di detenute sono costretti a vivere in carcere con le loro madri o abbandonati in mezzo a una strada. Il problema colpisce quasi tutti i penitenziari del Paese e secondo le autorità, sono circa 80 i bambini ospitati nelle carceri dello Stato. Per offrire loro una vita normale, Pushpa Basnet, ex studente di scienze sociali del St. Xavier College di Kathamandu, ha fondato la Butterfly Home, asilo nido che dal 2005 fornisce ai bambini vitto, alloggio e istruzione.

Il Nepal è uno dei paesi più poveri del mondo. Secondo dati dell'Onu il 55% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno. Ciò impedisce alle famiglie con un parente in carcere di occuparsi dei figli durante il periodo di detenzione. 

"L'interesse per questo lavoro - racconta la giovane -  è nato fra i banchi dell'università, dove grazie agli insegnamenti dei padri gesuiti e ai miei compagni di corso ho imparato l'importanza dell'impegno sociale fra i poveri, seguendo l'esempio di Gesù". "Quando ero ancora studente - afferma - ho visitato numerosi penitenziari, dove giovani madri erano costrette per mancanza di assistenza ad allevare i propri figli dietro le sbarre".

Nelle carceri nepalesi, non si vi sono strutture per l'infanzia o scuole. I bambini passano

il loro tempo in cella.  "Davanti a tanta sofferenza  - continua -  mi sono chiesta: perché dei piccoli innocenti devono scontare la pena insieme alle proprie madri? Così ho chiesto ad alcune di loro se potevo ospitare i bambini a casa mia, assicurando che avrei mandato i loro figli a scuola, restituendoli una volta scontata la pena". Circa una decina di donne accetta l'offerta.

Terminata l'università Pushpa decide di dedicarsi a tempo pieno all'assistenza dei bambini. Grazie alle donazioni di amici e compagni di corso in pochi mesi riesce ad acquistare alcune stanze in uno stabile vicino alla sua abitazione. In questi anni la Butterfly Home ha ospitato più di 100 fra neonati e bambini in età prescolare e scolare. Essi mantengono i contatti con i propri genitori. Durante le vacanze scolastiche, Pushpa accompagna i bambini più piccoli in visita alle proprie madri, portando loro cibo, vestiti e acqua potabile. Tuttavia, molte madri non riescono a mantenere i propri una volta fuori dal carcere e gli affidano all'istituto.

Per pagare le spese dell'asilo la giovane assistente sociale organizza piccoli mercatini, dove engono messi in vendita biglietti di auguri, collane, braccialetti e altri oggetti realizzati in carcere dalle giovani detenute. Essa ha anche aperto un conto bancario per ciascun ragazzo dove ogni mese vengono accantonati i risparmi per la loro istruzione superiore.  

Di recente Pushpa ha ricevuto il CNN Hero Award, speciale riconoscimento dell'emittente statunitense che ogni anno premia privati e associazioni di beneficienza per il loro impegno sociale.    

 

 

 

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