22/12/2004, 00.00
IRAQ
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Strage nella base Usa di Mosul: 22 morti e oltre 60 feriti

Continuano le violenze contro i cristiani a Mosul: lunedì scorso sono state colpite 3 chiese della diocesi. Liberati i due giornalisti francesi sequestrati nell'agosto scorso. 

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – E' di 22 morti e oltre 60 feriti il bilancio dell'attacco contro la base americana a Mosul, in una giornata di sangue e di violenze nella quale l'unica notizia positiva è a liberazione dei due giornalisti francesi (Georges Malbrunot e Christian Chesnot) da oltre 4 mesi nelle mani dei rapitori. Ieri si è anche saputo di altri attacchi contro 3 chiese cristiane a Mosul.

I terroristi hanno messo a segno uno degli attacchi più sanguinosi contro le forze della coalizione dall'inizio del conflitto, uccidendo 22 persone (20 erano soldati americani e 2 iracheni) e ferendone 66 secondo gli ultimi dati diffusi. Obiettivo della strage la base Usa di Camp Merez, a Mosul nel nord dell'Iraq, attaccata con colpi di mortaio all'ora di pranzo, quando la mensa era affollata dai soldati.

La strage è stata rivendicata su un sito internet islamico dal gruppo fondamentalista Ansar al Sunna, legato ad al-Qaeda, autore della decapitazione di 12 lavoratori nepalesi nell'agosto scorso: i terroristi parlano di un'azione suicida, condotta da uno dei mujaheddin del gruppo.

Immediata la condanna del presidente americano George Bush, che ha affermato di "pregare per le vittime e per le loro famiglie" alle quali ha inviato le proprie condoglianze, ma ha ribadito la volontà di proseguire nel "cammino di democratizzazione" del paese, perché "un Iraq libero, porterà più pace e sicurezza nel mondo".

Nel frattempo i terroristi continuano a colpire le chiese del paese: secondo quanto riferito da mons. Mar Polous Faraj Rahho, vescovo caldeo di Mosul, lunedì 20 dicembre 3 chiede della diocesi sono state attaccate dai fondamentalisti islamici. Secondo mons. Rahho sono stati colpiti il vescovado siro-ortodosso di St. Mary Afram, la chiesa siro-cattolica di al-Bashara e il vescovado caldeo ad al-Tahira. Per il vescovado caldeo si tratta del secondo attacco terroristico dall'inizio del mese: il 7 dicembre scorso un commando ha piazzato delle bombe all'interno dell'edificio "distruggendo il più bel simbolo della chiesa caldea in Iraq", come ha ricordato ad AsiaNews il Patriarca Cattolico Caldeo Emmanuel Delly.

In uno scenario di guerra e di violenza l'unica buona notizia che arriva dall'Iraq è la liberazione dei giornalisti francesi Georges Malbrunot e Christian Chesnot, nelle mani del gruppo fondamentalista "Esercito Islamico in Iraq" (IAI) dall'agosto scorso.

I due giornalisti dovrebbero rientrare a Parigi nel pomeriggio di oggi, accolti con tutti gli onori dalle autorità, dai colleghi (la stampa francese si è mobilitata in blocco per ottenere il loro rilascio) e da semplici cittadini. Le famiglie affermano che "la loro liberazione è il più bel regalo di Natale" che potessero ricevere, mentre il governo non chiarisce se sia stato pagato un riscatto per il loro rilascio.

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