Strage di Maguindanao: accusa di omicidio per 197 membri del clan Ampatuan
Manila (AsiaNews/ Agenzie) – Sono 197 i membri del clan musulmano degli Ampatuan accusati di essere organizzatori e autori del massacro di Maguindanao dello scorso 23 novembre costato la vita a 57 persone. È quanto dichiarato oggi dal dipartimento di giustizia delle Filippine, che ha confermato le accuse contro Andal Ampatuan sr., ex governatore della provincia autonoma del Mindanao musulmano (Armm) e alleato del presidente Arroyo, e altri 196 uomini legati al suo clan. La notizia avviene dopo l’arresto del figlio Andal Ampatuan jr. arrestato in dicembre con l’accusa di essere l’esecutore materiale di 41 dei 57 omicidi. Ampatuan sr. e i suoi uomini erano già in stato di fermo e in attesa di processo per l’accusa di tentata rivolta. La sentenza era stata emessa nel dicembre scorso durante il periodo di legge marziale.
In un documento di 78 pagine Leo Dacera, responsabile del gruppo di investigatori, afferma:“La confluenza degli eventi prima e subito dopo il massacro ci ha portato alla conclusione che Andal Ampatuan sr. e altri membri del clan sono conniventi con gli esecutori materiali del massacro”.
Egli definisce fondamentali per le accuse le dichiarazioni di 12 testimoni oculari ed ex membri del clan Ampatuan. Questi hanno affermato di aver assistito alla brutale esecuzione dei 57 sostenitori del clan di Ishmael “Toto” Mangudadatu, rivale di Ampatuan sr. nella corsa al governatorato della regione autonoma alle elezioni del prossimo maggio. Secondo i testimoni, Ampatuan sr. avrebbe comunicato al figlio via radio l’ordine di procedere con l’esecuzione. Il responsabile del dipartimento di giustizia dichiara inoltre di possedere prove contro membri di esercito e polizia, che avrebbero preso parte all’organizzazione del massacro.
La regione a maggioranza musulmana di Mindanao è da oltre 40 anni teatro della guerra tra esercito filippino e ribelli islamici di Moro Islamic Liberation Front (Milf) e Abu Sayyaf. Grazie al continuo traffico di armi nella regione e al benestare del governo la famiglia Ampatuan ha potuto allestire in questi anni un proprio esercito e dominare incontrastata nella provincia. La decisione era stata presa da Manila proprio nel tentativo di contenere le continue ribellioni dei separatisti musulmani. In seguito alla strage, la Arroyo ha stralciato ogni accordo con il clan e imposto nella regione la marziale dal 5 al 12 dicembre 2009.