Storie di “ordinaria corruzione" a margine del Congresso del Pc
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – In carcere “per accertamenti” Chen Tonghai, che fino a giugno è stato presidente della China Petroleum and Chemical Corp. (Sinopec), ditta statale leader del settore petrolifero. Mentre per “gravi violazioni disciplinari” non è presente al Congresso del Partito comunista cinese l’ex ministro delle Finanze Jin Renqing. Storie di “ordinaria” corruzione tra i leader del Pc.
Chen si è dimesso dalla Sinopec “per ragioni personali”, ma Li Rongrong, capo della Commissione per la supervisione e il controllo, ha detto che è sottoposto a indagini e detenuto. Anche se non ha meglio specificato, esperti osservano che Chen è stato sostituito quando la Sinopec ha avuto un periodo di notevole espansione e ritengono che sia accusato di corruzione o di peculato.
Ieri Li Dongsheng, portavoce del Congresso, ha comunicato che dei 2.217 delegati eletti tre sono assenti per morte o malattia e uno è stato “interdetto” a partecipare. Si ritiene che sia Jin Renqing, membro del Comitato centrale del Pc che già è stato assente la settimana scorsa all’incontro dei 350 membri del Comitato in preparazione del Congresso. Poco tempo prima Jin è stato coinvolto in uno scandalo sessuale che ha riguardato diversi importanti funzionari, sostituito come ministro e trasferito al Centro ricerche e sviluppo, organo statale di rilievo ma con funzioni consultive.
Questi ultimi scandali arrivano mentre il presidente Hu Jintao, parlando ieri al Congresso, ha promesso “tolleranza zero” contro "la corruzione o altre forme di malcostume” anche perché consapevole che “intransigenti punizioni e un’effettiva prevenzione sono cruciali per il sostegno popolare al Pc e la sua stessa sopravvivenza”.
Ma analisti osservano che nel 2004 ci sono stati fatti di corruzione, sottrazione e uso illecito di denaro pubblico per circa 70 miliardi di euro (circa il 4% del prodotto interno lordo) e negli anni successivi il fenomeno si è espanso. Nel 2006, su 33mila casi di corruzione denunciati in via ufficiale, sono stati arrestati solo 1.600 funzionari e oltre l’80% dei condannati ha evitato sanzioni penali. Ad esempio, sebbene sia proibito ai funzionari qualsiasi interessamento economico nelle miniere di carbone, nel 2006 è stato prosciolto circa il 95% dei funzionari implicati nelle proprietà di miniere crollate. I dati ufficiali confermano come questi comportamenti illeciti siano diffusi ma perseguiti in modo limitato: 110mila funzionari puniti nel 2005 e 90mila del 2006, ma quasi tutti soltanto con sanzioni disciplinari.