Storica visita dell’inviato di Pechino per ampliare le relazioni con Taiwan
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Chen Yunlin, capo negoziatore di Pechino, è giunto a Taipei stamane per un incontro che si può definire storico, per studiare modalità più ampie di rapporto fra Taiwan e la Cina.
Chen (nella foto), che è il capo dell’Associazione per le relazioni sullo Stretto di Taiwan (Association for Relations Across the Taiwan Strait, ARATS), è la personalità cinese di più alto grado in visita sull’isola da almeno 60 anni. La sua delegazione è ricca di più di 60 rappresentanti e personalità del commercio. Per 5 giorni Chen e i rappresentanti di Taiwan, compreso il presidente Ma Ying-jeou discuteranno una serie di tematiche economiche.
La visita avviene in un momento di tensione, fra molte misure di sicurezza, dopo accuse alla Cina sui cibi avariati (v. latte alla melamina) e dopo che il vice di Chen, Zheng Lingqing, durante una vista all’isola lo scorso mese, è stato malmenato da un gruppo di attivisti anti-Pechino. Anche in questi giorni sono programmate manifestazioni contro la visita. Nelle scorse settimane vi sono state a Taipei manifestazioni guidate dal Dpp (Partito democratico del progresso), all’opposizione, che chiedevano al presidente Ma di “non svendere” la sovranità di Taiwan. L’isola è considerata dalla Cina una “provincia ribelle”, che attende di essere reintegrata alla madrepatria, anche se Taiwan vive un’autonomia di fatto, con un suo presidente e un suo parlamento democraticamente eletto.
Sotto la guida del Dpp e del suo presidente Chen Shuibian, Taiwan è andato molto vicino a una dichiarazione di indipendenza, che avrebbe fatto infuriare Pechino. Dal maggio scorso, con la vittoria del Kuomintang e l’ascesa di Ma Ying-jeou, i rapporti con Pechino si sono calmati: nessuna rivendicazione di indipendenza; nessuna richiesta di rapporti Stato-a-Stato; aumento degli investimenti taiwanesi in Cina; apertura di voli diretti al fine settimana fra alcune città cinesi e Taiwan; apertura dell’isola a turisti dalla Cina; apertura delle università taiwanesi agli studenti cinesi. Secondo Ma Ying-jeou queste decisioni aiuteranno l’economia di Taiwan, anche se non si vedono ancora molti frutti.
Nei prossimi giorni si attende la firma di almeno 4 accordi: aumento dei voli diretti, rendendoli perfino quotidiani; apertura di contatti navali diretti e di contatti postali e varo di una commissione per la sicurezza nei cibi.
Finora i voli diretti sono solo al weekend e devono sempre passare da Hong Kong per questioni di sicurezza. Le discussioni di questi giorni tenteranno l’accordo per rendere tali voli realmente diretti, ciò che ridurrebbe le ore di volo. Anche per i contatti via mare si spera di varare rapporti diretti: finora le navi da una parte all’altra dello stretto devono sostare a Hong Kong o in qualche porto giapponese o sudcoreano, allungando le traversate almeno di alcuni giorni. I rapporti navali diretti potrebbero dare una spinta all’agricoltura taiwanese, che potrebbe esportare i suoi prodotti in meno tempo.
Un altro tema che si vuole discutere sono i rapporti finanziari e bancari. Ma Ying-jeou vuole che la Cina apra delle filiali bancarie sull’isola e allo stesso tempo, vuole che gli investitori di Pechino entrino nel mercato taiwanese. La Cina è la prima destinazione degli investimenti taiwanesi diretti. Alla fine del 2007, gli investimenti in Cina erano il 61% di tutti gli investimenti di Taipei all’estero.