Storia, arte e cultura di Jaffna, per le nuove generazioni
di Melani Manel Perera
In una mostra e un seminario (24-27 settembre) oggetti antichi, manufatti, immagini, sculture e studi per raccontare la gloria della penisola nel nord. Lezioni di accademici indiani. L’esibizione sarà aperta anche agli stranieri.
Colombo (AsiaNews) – Una mostra e un seminario (24-27 settembre) per far conoscere al popolo dello Sri Lanka e a tutto il mondo il patrimonio storico e culturale dell’antica penisola di Jaffna (provincia settentrionale). Allestita dagli studenti della facoltà di Arte dell’università di Jaffna – sede dell’evento –, gli organizzatori hanno presentato ieri l’esposizione. Il seminario ospiterà anche ricerche di accademici indiani: dettaglio significativo, soprattutto per i rapporti spesso tesi tra i due Paesi.
“Questa mostra – spiegano i docenti S. Pathmanathan, N. Ganakumaran e P. Pushparatnam – vuole mostrare oggetti antichi e raccontare dell’antico popolo di Jaffna: la sua storia, dove e come viveva, lo stile di vita. Insomma, come è stata costruita questa penisola”. “La scelta dei reperti e degli studi – prosegue il professor Ganakumaran – è ricaduta su ciò che poteva mostrare la gloria di Jaffna al mondo, alle giovani generazioni e anche agli adulti di oggi”.
Nello specifico, la mostra presenta: sistemi di drenaggio e approvvigionamento idrico; attrezzi agricoli; strutture e piante di templi, case e sculture; antichi sistemi di pesca; tecniche di produzione di oggetti in ferro e rame; mobili e utensili domestici; metodi di lavorazione della palma e prodotti alimentari; tecniche di costruzione delle imbarcazioni; antichi sistemi educativi; dialetti della penisola.
La maggior parte delle opere esposte – immagini, oggetti, sculture e reperti archeologici – sono state raccolte dagli studenti dell’università di Jaffna. Docenti indiani – i professori Rajan, Selva Kumar, Adiyaman e Rajagopal – e più di 15 accademici srilankesi, provenienti dalle università del sud dell’isola, presenteranno le loro ricerche durante il seminario.
Che anche un pubblico straniero possa seguire la mostra asseconda una decisione del governo dello scorso luglio, quando ha “riaperto” il nord del Paese a diplomatici e membri di ong locali e internazionali senza bisogno di autorizzazioni e visti del ministero della Difesa.
La penisola di Jaffna, a maggioranza tamil, è una delle zone più colpite dalla guerra civile. Il trentennale conflitto etnico tra governo singalese e ribelli tamil (Ltte) si è concluso solo nel 2009, lasciando oltre 220mila sfollati interni (Idp – Internally Displaced People).
“Questa mostra – spiegano i docenti S. Pathmanathan, N. Ganakumaran e P. Pushparatnam – vuole mostrare oggetti antichi e raccontare dell’antico popolo di Jaffna: la sua storia, dove e come viveva, lo stile di vita. Insomma, come è stata costruita questa penisola”. “La scelta dei reperti e degli studi – prosegue il professor Ganakumaran – è ricaduta su ciò che poteva mostrare la gloria di Jaffna al mondo, alle giovani generazioni e anche agli adulti di oggi”.
Nello specifico, la mostra presenta: sistemi di drenaggio e approvvigionamento idrico; attrezzi agricoli; strutture e piante di templi, case e sculture; antichi sistemi di pesca; tecniche di produzione di oggetti in ferro e rame; mobili e utensili domestici; metodi di lavorazione della palma e prodotti alimentari; tecniche di costruzione delle imbarcazioni; antichi sistemi educativi; dialetti della penisola.
La maggior parte delle opere esposte – immagini, oggetti, sculture e reperti archeologici – sono state raccolte dagli studenti dell’università di Jaffna. Docenti indiani – i professori Rajan, Selva Kumar, Adiyaman e Rajagopal – e più di 15 accademici srilankesi, provenienti dalle università del sud dell’isola, presenteranno le loro ricerche durante il seminario.
Che anche un pubblico straniero possa seguire la mostra asseconda una decisione del governo dello scorso luglio, quando ha “riaperto” il nord del Paese a diplomatici e membri di ong locali e internazionali senza bisogno di autorizzazioni e visti del ministero della Difesa.
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