Stoccolma, il terrorista irakeno voleva una enorme "strage di Natale"
Stoccolma (AsiaNews/Agenzie) – Taymour Abdelwahab, il terrorista di origine irakena che si è fatto esplodere a Stoccolma l'11 dicembre voleva causare una strage di grandi proporzioni, quale da tempo non si è vista in Europa, e aveva probabilmente dei complici. Queste sono le conclusioni a cui sono giunti gli inquirenti svedesi. Nel frattempo i servizi di sicurezza svedesi, britannici, statunitensi e indiani stanno cercando tracce e collegamenti nel passato dell’uomo per risalire a un eventuale rete di più ampie proporzioni. I servizi indiani si sono attivati perché l’uomo è esploso a poca distanza dall’ambasciata di Delhi.
Taymour Abdelwahab aveva su di sé una cintura esplosiva, una bomba nello zaino e portava in mano un ordigno costruito sul modello di una pentola a pressione, ha detto il responsabile delle indagini, Lindstrand. Il terrorista era a un centinaio di metri da una zona affollata: “Questo è accaduto durante gli acquisti di Natale nel pieno centro di Stoccolma, e lui era estremamente ben equipaggiato di esplosivo. Non è sbagliato dire che voleva giungere in un punto dove ci fosse più gente possibile”. Un portavoce del ministero degli Esteri ha detto: “Siamo stati molto fortunati. Qualche minuto di più e 200 metri più avanti e ci sarebbe stata una catastrofe”. Probabilmente uno degli ordigni è detonato per errore prima del previsto.
L’uomo, che avrebbe compiuto fra poco 29 anni, era stato cacciato dalla moschea di Luton, in Gran Bretagna, per le sue idee violente ed estremiste. Sosteneva che il Jihad militare era un obbligo per ogni musulmano. Un sito islamico radicale, Shumukh al-Islam ha pubblicato un presunto testamento spirituale di Abdelwahab che dichiarava di voler compiere l’attentato per adempiere alla minaccia di Al Qaeda in Iraq di colpire la Svezia. Gli inquirenti stanno dando attenzione anche a un e-mail, con allegato un messaggio vocale, inviata da Abdelwahab in cui si esortano “tutti i mujaheddin nascosti in Europa, e specialmente in Svezia, a combattere, ora e adesso”. Sette esperti dell’Fbi (Federal bureau of investigation) sono in Svezia per collaborare alle indagini.
04/06/2008