Stato di emergenza a Tblisi, dopo le dimostrazioni contro Saakashvili
Tblisi (AsiaNews/Agenzie) – Esercito e polizia controllano le strade della capitale per imporre lo stato di emergenza di 15 giorni dichiarato ieri dal presidente, dopo la soppressione violenta delle manifestazioni anti-governative. Tutte le dimostrazioni sono bandite, le emittenti straniere oscurate: solo la televisione di stato offre notizie rassicuranti e giustificazioni.
In un messaggio televisivo di 30 minuti, il presidente Mikhail Saakashvili si è giustificato dicendo di voler salvare la Georgia “dalla destabilizzazione e dal caos”.
Ieri, la polizia ha usato gas lacrimogeni, proiettili di gomma e manganelli per annientare la grande manifestazione nel centro della capitale. I dimostranti chiedevano le dimissioni di Saakashvili. Secondo il ministero della sanità, almeno 100 persone sono ricoverate in ospedale per le ferite riportate ieri. Ma sono oltre 500 quelli che han cercato di farsi curare per abrasioni e irritazioni provocate dai lacrimogeni.
Il varo dello stato di emergenza giunge dopo una settimana di sommosse. I dimostranti domandano il cambio della legge elettorale e nuove elezioni, fino alle dimissioni di Saakashvili. Il presidente si è rifiutato ed ha accusato la Russia di aver concertato le proteste.
Questa è la peggior crisi politica dalle elezioni presidenziali di 4 anni fa. In questi anni Mikhail Saakashvili ha tentato di scrollarsi di dosso l’influenza del Cremino, ma nel Paese domina tuttora una grande povertà. I dimostranti – che sono arrivati fino a 50 mila nei giorni scorsi – lo accusano di corruzione e di fare troppo poco per la gente, che soffre per la fame e la mancanza di sanità.
Stati Uniti e Unione europea hanno espresso preoccupazione per la situazione, domandando “calma” al governo e agli oppositori. La Russia ha risposto alle accuse del presidente definendole “una provocazione irresponsabile”.
30/10/2020 14:40
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