Sri Lanka: si spara al nord, dopo il fallimento dei colloqui di pace
L'esercito accusa le Tigri di attacchi d'artiglieria a Jaffna; ieri l'incontro di Ginevra tra governo e ribelli ha registrato un altro nulla di fatto nel faticoso processo di pace.
Ginevra (AsiaNews/Agenzie) All'indomani dei falliti colloqui di pace a Ginevra, l'esercito dello Sri Lanka accusa i ribelli tamil di attacchi d'artiglieria contro le sue truppe sulla penisola nord-orientale di Jaffna. Il portavoce dell'esercito, Prasad Samarasinghe, ha dichiarato che le Liberation Tigers of Tamil Eelem (LTTE) stamattina hanno sparato colpi di mortaio e artiglieria contro i militari stazionati a Muhamalai. Peraltro, continua il portavoce, gli attacchi sono andati avanti per tutto il fine settimana.
Continuano insomma a non vedersi spiragli per la soluzione della crisi in corso in Sri Lanka. Tanto più che ieri i due giorni di colloqui tra governo e Tigri si sono chiusi con un nulla di fatto. Dal 28 al 29 ottobre a Ginevra, con la mediazione della Norvegia, le due delegazioni dovevano discutere su come fermare la spirale di violenze che dal dicembre scorso ha già ucciso 3 mila persone. L'incontro non ha però portato a nessun accordo, né si è stabilita una nuova data per la ripresa dei dialoghi stessi.
I ribelli avevano posto come condizione preliminare la riapertura dell'autostrada A9 che collega Jaffna con il sud dell'isola. Secondo le Tigri e le Ong che operano nella zona la riapertura di questa via di comunicazione è cruciale per impedire l'aggravarsi della crisi umanitaria in atto. Da parte sua il governo spiega che la strada è chiusa a causa dei continui attacchi dei ribelli, che inoltre estorcevano pedaggi illegali alle auto di passaggio.
Gli ultimi colloqui di pace tra LTTE e Colombo si erano svolti sempre in Svizzera a febbraio scorso. Altri tentativi di ritornare al tavolo dei negoziati erano falliti a giugno.