Sri Lanka: l’industria del tessile guadagna a spese delle donne, sfruttate e mal pagate
Secondo l’Apparel-Industry Labour Rights Movement (Alarm), non tutte le industrie hanno applicato le nuove disposizioni. In almeno sei fabbriche tessili i dipendenti lavorano sette giorni alla settimana per un salario minimo di 60 euro al mese. I dati del governo mostrano che per sopravvivere una famiglia deve guadagnare almeno 350 euro al mese, considerando anche le spese mediche di base.
In questi giorni l’Alarm e altre associazioni per i diritti umani hanno organizzato un incontro dal titolo "Salari mini e condizioni di lavoro dignitose sono diritti umani fondamentali" (nella foto). La conferenza inaugura il tribunale popolare composto da giudici, sindacalisti, attivisti locali e stranieri che investigherà sui casi di sfruttamento delle donne nelle fabbriche tessili dei distretti di industriali di Katunayake, Biyagama e Koggala (Sri Lanka meridionale).
Shanti Dairiam, giudice donna del tribunale popolare, afferma che “in questi anni lo Sri Lanka ha firmato numerose convenzioni internazionali e accordi con le varie industrie. Tuttavia i lavoratori non riescono a mantenersi. Il loro salario di base non è sufficiente per vivere in modo dignitoso e formarsi una famiglia”.
Secondo l’Alarm i principali responsabili del grave stato di sfruttamento sono le multinazionali del tessile, che hanno esternalizzato la loro produzione in Sri Lanka approfittando delle poche regole e dei bassi salari per produrre enormi profitti, condannando le donne a una vita di povertà.
I membri dell’ Alarm sottolineano che l’attuale sistema di commercio mondiale è basato sulla ricerca del Paese che offre i costi più bassi di produzioni, ma scarica tutti gli oneri sui lavoratori.
L’abbigliamento è il principale settore industriale dello Sri Lanka e impiega circa 30mila persone, soprattutto donne. Nel 2010 l’esportazione di prodotti tessili ha fatto realizzare profitti pari a 3,5 miliardi di dollari. Secondo l’Alarm circa il 42% del guadagno deriva dal basso costo della mano d’opera.