Sri Lanka: la giovane Rizana Nafeek è stata giustiziata
Colombo (AsiaNews) - Rizana Nafeek, la giovane cameriera srilankese condannata a morte in Arabia saudita, è stata giustiziata questa mattina. Lo riferisce il ministero srilankese per gli Affari esteri. L'esecuzione è avvenuta alle poco dopo le 7 di questa mattina (ora italiana) a Damami, città a circa 400km a ovest di Riyad. La ragazza musulmana era nel braccio della morte dal 2007 per il presunto omicidio di un neonato. Lo scorso 5 gennaio, il presidente Mahinda Rajapaksa aveva lanciato un nuovo appello al re dell'Arabia saudita, chiedendo di ritardare l'esecuzione in attesa di raggiungere un accordo tra i genitori del bambino e una delegazione inviata dal governo dello Sri Lanka.
Contattato da AsiaNews, p. George Sigamoney, direttore della Caritas Sri Lanka, si è detto "profondamente sconvolto" nell'apprendere dell'esecuzione di Rizana. Sin dall'inizio della vicenda, il sacerdote si è battuto per la liberazione della ragazza. "Purtroppo - continua - quanto accaduto oggi è l'ultima cosa che aspettavamo. Come rappresentante della Chiesa e della Caritas, voglio esprimere cordoglio e solidarietà. Prego per la famiglia di Rizana, affinché possa trovare il coraggio necessario per affrontare il dolore e superare questo momento".
"È mio desiderio - aggiunge p. George - ricordare Rizana anche in altro modo. Come nazione dobbiamo riflettere e piangere questa giovane vita. [Ma] credo anche sia giunto il momento che il governo e le autorità affrontino in modo serio la questione dei lavoratori migranti che cercano impiego in Medio oriente".
Appena diffusa la notizia dell'esecuzione di Rizana, il Parlamento dello Sri Lanka ha osservato un minuto di silenzio in segno di rispetto. I genitori, le sorelle e il fratello della ragazza si sono recati in moschea per pregare. Fareena, la madre, ha chiesto alle autorità del Paese di riportare la salma della figlia in Sri Lanka, per poter celebrare i funerali. I vicini raccontano che Sultant, il padre, è distrutto, non solo per la morte di Rizana, ma anche per averla mandata via ancora minorenne in cerca di un lavoro per aiutare la famiglia.
Per l'Asian Human Rights Commission (Ahrc), "non c'è dubbio che l'accusa di omicidio contro Rizana è sbagliata. Le leggi in Arabia saudita sono molto al di sotto di ogni norma di legalità e procedura investigativa universalmente accettate. Nel suo processo, non è stata rispettata alcuna garanzia di trasparenza". Tuttavia, secondo l'organizzazione "né il governo, né l'ufficio del presidente hanno fatto qualcosa per salvare la vita di Rizana, nonostante gli innumerevoli appelli della famiglia e della società civile". Per l'Ahrc, Rajapaksa avrebbe addirittura "rifiutato di pagare la tassa legale per registrare un appello". Per l'ong, "fino a quando ci saranno governi che non mostrano alcun rispetto per i diritti dei propri cittadini, in Sri Lanka continueranno ad avvenire tragedie simili".
Originaria di una famiglia molto povera del villaggio di Mutur (distretto orientale di Trincomalee), Rizana era arrivata in Arabia saudita nel 2005, a soli 17 anni - con passaporto falso - per lavorare come cameriera. Il bambino del suo datore di lavoro è morto mentre lei prestava servizio. Rizana è stata accusata di omicidio e condannata a morte con un processo-farsa, basato su una confessione firmata senza che ne conoscesse il contenuto, perché scritto in arabo, lingua a lei sconosciuta. Nel 2007 è arrivata la condanna a morte.