Sri Lanka: il messaggio del Papa per la pace è utile per risolvere la crisi del Paese
di Melani Manel Perera
Il direttore delle Comunicazioni sociali della Chiesa, padre Benedict Joseph, parla del messaggio del Papa: “Lo Sri Lanka è in una situazione molto difficile. E gran parte della crisi che affrontiamo è dovuta a una cattiva gestione dell’educazione. Quindi credo che tutti quelli che sono interessati dovrebbero tornare ai fondamenti educativi studiando questo documento”.
Colombo (AsiaNews) – il messaggio per la Giornata mondiale della pace 2012 di papa Benedetto XVI, “educare i giovani alla giustizia e alla pace”, è pieno di significato, e molto pratico. I cattolici dello Sri Lanka hanno accolto con gioia il messaggio, e apprezzato i suggerimenti e i consigli in esso contenuti. Il documento invita tutti a mettere in comune le risorse materiali, morali e spirituali per il grande obiettivo di educare i giovani alla giustizia e alla pace. E' in sintesi quanto p. Benedict Joseph, portavoce dell'arcidiocesi di Colombo, racconta in un'intervista ad AsiaNews.
“Lo Sri Lanka - egli afferma - è in una situazione molto difficile. E gran parte della crisi che affrontiamo è dovuta a una cattiva gestione dell’educazione. Quindi credo che tutti quelli che sono interessati dovrebbero tornare ai fondamenti educativi studiando questo documento”.
“Il messaggio del Papa - ribatte p. Joseph, che è pure direttore nazionale delle Comunicazioni sociali della Chiesa - è indirizzato all’intera famiglia umana. I genitori, gli anziani i giovani le donne e i bambini. Il santo Padre ha colto l’occasione per risvegliare l’interesse fra i membri della famiglia umana della necessità urgente di trasformare la cellula familiare prima, e poi la società umana. Il Papa sottolinea giustamente l’importanza di formare i bambini. La Chiesa guarda ai giovani con speranza e fiducia. La Chiesa spera che i giovani educati cercare la verità, a difendere il bene comune e a essere aperti al mondo intorno a essi siano capaci di vedere cose nuove. L’educazione è la base di questa realtà. Quindi il messaggio del Papa è rilevante, e pieno di significato”. (v. 16/12/2011, "Papa: solo 'alzando gli occhi a Dio' si educano i giovani alla giustiza e alla pace").
Quando parliamo del nostro Paese, che significato particolare può assumere?
“Il nostro Paese è in una situazione particolarmente difficile. Lasciamo da parte gli altri aspetti, e parliamo dell’educazione. Gran parte della crisi che affrontiamo oggi dipende da una cattiva gestione dell’educazione. I nostri leader non hanno nessuna idea di come gestire quest’area così importante. Quelli che la gestiscono non sono in grado di identificare le priorità. Tutti quelli interessati direttamente sono altamente politicizzati. Il vero significato dell’educazione è svanito. I bambini sono delusi, i genitori sono irritati, e non si cerca di modificare questo status quo. Lo studio del messaggio del papa potrebbe aiutarci molto”.
Lei come direttore delle Comunicazioni sociali, e insegnante di comunicazione, come si sente interpellato dal messaggio del Papa?
“Siamo convinti che nel mondo di oggi i media hanno un ruolo vitale. Il Santo Padre ha parlato con chiarezza della vera natura dei media. Questo messaggio in particolare ha una sezione specifica relativa ai media, e noi persone della comunicazione dobbiamo andare al nocciolo del messaggio. I media hanno il dovere di offrire il loro contributo all’educazione, e nel mondo di oggi giocano un grande ruolo. Il loro compito non è solo quello di informare, ma anche di formare le menti di chi ascolta. I media sono una forma di educazione! Ricordiamoci sempre che la verità deve sempre prevalere, i bambini e i giovani devono essere seguiti e curati. E quando il sentimento religioso viene meno, è inevitabile che ciò che è brutto e cattivo abbia campo libero. Molte cose devono essere fatte, da molti agenti diversi. Insegnanti, specialisti di educazione. Leader religiosi, formatori cattolici, persone dei media, e specialmente le persone dei media cattoliche. Per ora non vedo programmi speciali preparati da nessuno: dobbiamo aspettare e vedere”.
“Lo Sri Lanka - egli afferma - è in una situazione molto difficile. E gran parte della crisi che affrontiamo è dovuta a una cattiva gestione dell’educazione. Quindi credo che tutti quelli che sono interessati dovrebbero tornare ai fondamenti educativi studiando questo documento”.
“Il messaggio del Papa - ribatte p. Joseph, che è pure direttore nazionale delle Comunicazioni sociali della Chiesa - è indirizzato all’intera famiglia umana. I genitori, gli anziani i giovani le donne e i bambini. Il santo Padre ha colto l’occasione per risvegliare l’interesse fra i membri della famiglia umana della necessità urgente di trasformare la cellula familiare prima, e poi la società umana. Il Papa sottolinea giustamente l’importanza di formare i bambini. La Chiesa guarda ai giovani con speranza e fiducia. La Chiesa spera che i giovani educati cercare la verità, a difendere il bene comune e a essere aperti al mondo intorno a essi siano capaci di vedere cose nuove. L’educazione è la base di questa realtà. Quindi il messaggio del Papa è rilevante, e pieno di significato”. (v. 16/12/2011, "Papa: solo 'alzando gli occhi a Dio' si educano i giovani alla giustiza e alla pace").
Quando parliamo del nostro Paese, che significato particolare può assumere?
“Il nostro Paese è in una situazione particolarmente difficile. Lasciamo da parte gli altri aspetti, e parliamo dell’educazione. Gran parte della crisi che affrontiamo oggi dipende da una cattiva gestione dell’educazione. I nostri leader non hanno nessuna idea di come gestire quest’area così importante. Quelli che la gestiscono non sono in grado di identificare le priorità. Tutti quelli interessati direttamente sono altamente politicizzati. Il vero significato dell’educazione è svanito. I bambini sono delusi, i genitori sono irritati, e non si cerca di modificare questo status quo. Lo studio del messaggio del papa potrebbe aiutarci molto”.
Lei come direttore delle Comunicazioni sociali, e insegnante di comunicazione, come si sente interpellato dal messaggio del Papa?
“Siamo convinti che nel mondo di oggi i media hanno un ruolo vitale. Il Santo Padre ha parlato con chiarezza della vera natura dei media. Questo messaggio in particolare ha una sezione specifica relativa ai media, e noi persone della comunicazione dobbiamo andare al nocciolo del messaggio. I media hanno il dovere di offrire il loro contributo all’educazione, e nel mondo di oggi giocano un grande ruolo. Il loro compito non è solo quello di informare, ma anche di formare le menti di chi ascolta. I media sono una forma di educazione! Ricordiamoci sempre che la verità deve sempre prevalere, i bambini e i giovani devono essere seguiti e curati. E quando il sentimento religioso viene meno, è inevitabile che ciò che è brutto e cattivo abbia campo libero. Molte cose devono essere fatte, da molti agenti diversi. Insegnanti, specialisti di educazione. Leader religiosi, formatori cattolici, persone dei media, e specialmente le persone dei media cattoliche. Per ora non vedo programmi speciali preparati da nessuno: dobbiamo aspettare e vedere”.
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