05/06/2012, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka: Il coraggio di Divya, violentata a 13 anni da un vicino di casa

di Melani Manel Perera
Sandanam Jeevaratnem, 48 anni, lo stupratore, condannato a 20 anni di prigione. Nel 2007, l’uomo ha abusato della ragazzina quando era sola in casa. Per Divya, fondamentale il sostegno legale e psicologico del personale dell'Ufficio per i diritti umani di Kandy, gestito da p. Nandana Mantunga.

Kandy (AsiaNews) - Una sentenza "storica" per lo Sri Lanka, che riempie di gioia "per il coraggio e la determinazione di Divya" e perché "incoraggia quanti cercano giustizia a rompere il silenzio". Con queste parole p. Nandana Mantunga, direttore dell'Ufficio per i diritti umani di Kandy (Central Province), accoglie la condanna a 20 anni di prigione per Sandanam Jeevaratnem, un uomo di 48 anni che nel 2007 ha stuprato Divya (v. foto), allora tredicenne, figlia dei suoi vicini di casa. Manilal Vaidyathilaka, giudice dell'Alta corte di Kandy, ha emesso la sentenza il 18 maggio scorso, imponendo all'uomo anche il pagamento di una multa di 5mila rupie (circa 30 euro) e un risarcimento di 100mila rupie (circa 613 euro) alla vittima.

Divya è una tamil e vive sola con padre, nonna, uno zio, due sorelle e un fratello nel Dankanda Estate Rattota, vicino alle piantagioni da tè di Matale. Sua madre è in Arabia saudita come lavoratrice domestica. La brutale aggressione è avvenuta l'8 novembre 2007. La ragazzina era sola in casa, perché il resto della famiglia era fuori a festeggiare il Deepavali, la "Festa della luce" celebrata dai tamil. Alle tre del pomeriggio, Jeevaratnem ha fatto irruzione in casa di Divya del tutto ubriaco: trovandola sola, l'uomo ha chiuso a chiave porta e finestre; poi, ha costretto la ragazza a bere dell'alcool, minacciandola con un coltello. Quando lei ha iniziato a urlare, le ha infilato in bocca una maglietta e le ha usato violenza. L'adolescente ha perso conoscenza.

Un'ora dopo, Divya si è risvegliata, trovando i suoi vestiti strappati e provando un forte dolore allo stomaco. Al suo ritorno, sentendo puzza di alcool la nonna ha chiesto alla nipote cosa fosse successo: in un primo momento, la ragazza è rimasta in silenzio per la vergogna, ma uno schiaffo dello zio l'ha spinta a raccontare tutto. La famiglia allora l'ha subito portata alla stazione di polizia di Rattota. Qui, incuranti delle condizioni della ragazza, gli agenti hanno voluto interrogarla insieme al suo violentatore, che ha negato ogni fatto.

Il giorno seguente l'aggressione, Divya è stata ricoverata all'ospedale di Matale, dove è rimasta fino al 14 novembre. Dopo la visita del medico legale, che ha confermato l'avvenuto stupro, la ragazza è tornata dalla polizia di Rattota dove il 16 novembre ha formalizzato la denuncia.

"Da quel momento - spiega ad AsiaNews p. Manatunga - Divya è stata portata nel mio ufficio, dove personale specializzato si è occupato di una terapia di recupero e della sua protezione. È stata ospitata in una nostra struttura ad Ampitya e ha studiato nelle nostre scuole. Lo scorso dicembre ha superato con successo gli esami di metà quadrimestre dell'ultimo anno".

Per fortuna di Divya, il suo caso è arrivato presto all'Alta corte di Kandy, che il 5 settembre 2011 ha accolto l'accusa di stupro contro Jeevaratnem. Il processo è iniziato il 19 aprile 2012 e si è concluso il 26 aprile. "Sebbene l'accusato abbia sempre negato di aver commesso il fatto - spiega il sacerdote -, non ha mai fornito un alibi. Ora che il caso è chiuso, voglio ringraziare i nostri avvocati, le suore, gli insegnanti e tutti quelli che hanno fornito protezione, sostegno e assistenza medica e psicologica a Divya in questi anni. La sua vittoria, è una vittoria per l'intera comunità". 

 

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