Sri Lanka: Elefanti da proteggere diventano regali costosi per politici e uomini d’affari
di Melani Manel Perera
L’orfanotriofio per elefanti di Pinnawala, il primo del Paese, accusato della vendita illegale di decine di esemplari a privati cittadini. Gli animalisti denunciano la moria dei pachidermi, maltrattati da personalità politiche e religiose alla ricerca di uno status symbol da esibire.
Colombo (AsiaNews) – Venduti in modo illegale a politici, uomini d’affari e leader religiosi buddisti, decine di elefanti dell’Elephants Orphanage di Pinnawala (90 km a nord-est di Colombo), il primo orfanotrofio per pachidermi del Paese, muoiono per malattie, percosse e cattiva alimentazione. In una conferenza stampa tenutasi lo scorso 18 gennaio nella Capitale in occasione del Wildlife Conservation Forum, diverse associazioni di animalisti hanno invitato le autorità della struttura a schedare gli animali, per fermare il contrabbando.
In Sri Lanka, possedere un elefante è un simbolo di potere. Spesso i pachidermi sono oggetto di scambio fra politici, uomini d’affari, alte personalità religiose oppure ceduti ad allevatori clandestini, che li rivendono sul mercato illegale di animali esotici.
Sajeewa Chamikara, direttore dell’Environment Conservation Trust (Ect), spiega che dal 1975 l’orfanotrofio per elefanti di Pinnawala ha contribuito alla loro conservazione. In 37 anni, 67 esemplari sono nati in cattività. Tuttavia, la vendita e il prestito ai privati sono attività molto redditizie per i responsabili l’istituto, che grazie alla complicità di funzionari statali ha sviluppato negli anni una rete di contatti privilegiati con varie personalità. Nel 2011 la struttura ha venduto 12 elefanti a politici, leader religiosi, uomini d’affari. Tale pratica avviene però senza alcuna garanzia sulla salute e sul trattamento degli esemplari adulti e cuccioli. “La maggior parte degli elefanti addomesticati – afferma – sono maltrattati, malnutriti e molti muoiono dopo pochi anni, senza aver contribuito al ripopolamento della specie”.
Per Rukshan Jayewardene della Wilderness Areas and Protected Areas Foundation, vendendo gli animali l’orfanotrofio ha tradito la sua missione. Ai privati non importa nulla della salute degli elefanti. Essi sono considerati dei meri status symbol o come macchine da lavoro e subiscono ogni tipo di maltrattamenti.
Nayanaka Ranwella, uno dei particiapanti al Wild Life Forum, sottolinea che le autorità del National Zooligal Gardens, istituto che gestisce l'orfanotrofio, sono al corrente della situazione, ma a tutt’oggi non hanno fatto nulla per fermare la vendita degli elefanti. “Abbiamo scritto al direttore della struttura – afferma – invitandolo a registrare gli animali sia con il test del Dna che con un microchip di riconoscimento, ma a tutt’oggi nulla è stato fatto”.
Sull’Isola vivono circa 8.500 esemplari di elefante, fra selvatici e addomesticati. Negli anni, lo sviluppo industriale e agricolo ha ridotto la superficie di habitat dei pachidermi, che spesso sono considerati una minaccia da contadini e allevatori di bestiame. In molte regioni sono sempre più frequenti i casi in cui gli elefanti distruggono villaggi e raccolti ed è ormai in corso una vera guerra tra l’uomo e i giganteschi animali. Per evitare uccisioni sommarie, il governo ha creato una serie di aree protette e centri per salvaguardare gli elefanti e curare gli esemplari feriti o catturati dalla popolazione.
In Sri Lanka, possedere un elefante è un simbolo di potere. Spesso i pachidermi sono oggetto di scambio fra politici, uomini d’affari, alte personalità religiose oppure ceduti ad allevatori clandestini, che li rivendono sul mercato illegale di animali esotici.
Sajeewa Chamikara, direttore dell’Environment Conservation Trust (Ect), spiega che dal 1975 l’orfanotrofio per elefanti di Pinnawala ha contribuito alla loro conservazione. In 37 anni, 67 esemplari sono nati in cattività. Tuttavia, la vendita e il prestito ai privati sono attività molto redditizie per i responsabili l’istituto, che grazie alla complicità di funzionari statali ha sviluppato negli anni una rete di contatti privilegiati con varie personalità. Nel 2011 la struttura ha venduto 12 elefanti a politici, leader religiosi, uomini d’affari. Tale pratica avviene però senza alcuna garanzia sulla salute e sul trattamento degli esemplari adulti e cuccioli. “La maggior parte degli elefanti addomesticati – afferma – sono maltrattati, malnutriti e molti muoiono dopo pochi anni, senza aver contribuito al ripopolamento della specie”.
Per Rukshan Jayewardene della Wilderness Areas and Protected Areas Foundation, vendendo gli animali l’orfanotrofio ha tradito la sua missione. Ai privati non importa nulla della salute degli elefanti. Essi sono considerati dei meri status symbol o come macchine da lavoro e subiscono ogni tipo di maltrattamenti.
Nayanaka Ranwella, uno dei particiapanti al Wild Life Forum, sottolinea che le autorità del National Zooligal Gardens, istituto che gestisce l'orfanotrofio, sono al corrente della situazione, ma a tutt’oggi non hanno fatto nulla per fermare la vendita degli elefanti. “Abbiamo scritto al direttore della struttura – afferma – invitandolo a registrare gli animali sia con il test del Dna che con un microchip di riconoscimento, ma a tutt’oggi nulla è stato fatto”.
Sull’Isola vivono circa 8.500 esemplari di elefante, fra selvatici e addomesticati. Negli anni, lo sviluppo industriale e agricolo ha ridotto la superficie di habitat dei pachidermi, che spesso sono considerati una minaccia da contadini e allevatori di bestiame. In molte regioni sono sempre più frequenti i casi in cui gli elefanti distruggono villaggi e raccolti ed è ormai in corso una vera guerra tra l’uomo e i giganteschi animali. Per evitare uccisioni sommarie, il governo ha creato una serie di aree protette e centri per salvaguardare gli elefanti e curare gli esemplari feriti o catturati dalla popolazione.
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