Sri Lanka e Pakistan esclusi dal boom turistico del subcontinete
I due Paesi rappresentano l’unica eccezione nella generale crescita del turismo nella regione. Tra le cause maggiori, instabilità politica e terrorismo. In Nepal, dopo l’accordo di pace con i maoisti, +27%.
Colombo (AsiaNews) – L’industria del turismo in Asia del sud registra nel 2007 una generale crescita, tranne che per il Pakistan e lo Sri Lanka. Instabilità politica e insicurezza in questi due Paesi hanno determinato un netto calo degli arrivi dall’estero: -7% per il primo e -12% per il secondo. Dati pubblicati oggi dal quotidiano cingalese The Island pongono l’ex Ceylon all’ultimo posto tra le mete turistiche di tutta la regione.
In generale l’industria del turismo nel subcontinente ha registrato un +12%. Nel 2006, dopo il duro colpo inflitto dallo tsunami del dicembre 2004, lo Sri Lanka era arrivato con fatica a 560mila ingressi. L’anno scorso è sceso ancora di più a quota 494mila. Il picco più basso (-40%) è stato a maggio, in seguito all’attacco delle Tigri tamil all’aeroporto internazionale Bandaranaike e al successivo coprifuoco imposto ai voli notturni.
A detenere il primato positivo nella regione è il Nepal, con una crescita del 27% nel settore. Un tale aumento di turisti nel Paese va legato alla firma dell’accordo di pace con cui si è messo fine alla decennale rivolta maoista. Il fenomeno ha comportato anche una crescita dell’occupazione nel Paese. Al Nepal segue l’India, con +13%. In questo contesto l’altro neo, oltre allo Sri Lanka, è rappresentato dal Pakistan, dove la domanda di turismo nel 2007 è scesa del 7%. Secondo gli esperti il dato è da legare alla forte instabilità politica e ai frequenti attacchi terroristici.
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