Sri Lanka, una mostra vocazionale sul futuro dei giovani e l’impegno missionario

di Melani Manel Perera

Voluta da card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, l’iniziativa vuole rispondere al calo delle vocazioni vissuto dal Paese negli ultimi anni. Ragazzi e genitori hanno visitato gli stand di 72 congregazioni religiose, maschili e femminili. I giovani di oggi, sempre più distratti da internet, perdono di vista le cose importanti della vita.

Colombo (AsiaNews) - Una mostra vocazionale di tre giorni (31 agosto-2 settembre) per presentare il lavoro e l'impegno di numerose congregazioni missionarie in Sri Lanka e aiutare i giovani a trovare la propria strada. Voluta dal card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo e presidente della Conferenza episcopale del Paese, l'iniziativa si è svolta nel St. Joseph's College della capitale. Decine di persone, la maggior parte delle quali erano ragazzi e ragazze, hanno affollato gli stand dei 72 istituti presenti alla fiera, ciascuno presentando i progetti in corso dentro e fuori il Paese.

Tra le congregazioni, vi erano anche le Sorelle Terziarie Cappuccine della Sacra Famiglia, arrivate in Sri Lanka solo otto mesi fa. "Siamo felici - spiega suor Marigladys Sanchez ad AsiaNews - di aver partecipato alla mostra, perché per noi è stata un'occasione importante per farci conoscere". Le religiose - sr. Sanchez e due consorelle filippine - risiedono nella parrocchia di Katana-Madampella (Western Province), dove insegnano inglese e si occupano di portare la comunione agli ammalati.

Secondo sr. Chamaline Perera, delle Francescane Missionarie di Maria (Fm), "al giorno d'oggi c'è un forte calo delle vocazioni", e "proprio per questo un'iniziativa simile è importante: per i giovani, e per i loro genitori". La congregazione conta 6.573 sorelle in tutto il mondo, 148 delle quali impegnate in varie missioni in Sri Lanka.

Per suor Cleopus, coordinatrice per i giovani delle sorelle del Carmelo Apostolico, "il cattivo uso di internet, Facebook e telefoni cellulari ha distrutto le menti dei giovani, rivolte altrove e non più concentrate sulle cose importanti". E proprio a questo proposito, sottolinea p. Solomon Nirmalan, clarettiano, "la mostra rappresenta un buon primo passo, ma non il solo e unico strumento per sensibilizzare i giovani sulla loro vocazione. Devono esserci diversi programmi, che aiutino i ragazzi a capire e decidere cosa fare nella loro vita".