Sri Lanka, tutte le religioni condannano l’attacco dell’esercito a Weliweriya
Colombo (AsiaNews) - Centinaia di cattolici, buddisti, indù e musulmani - laici e leader religiosi - si sono radunati a Colombo, capitale dello Sri Lanka, per condannare l'attacco di Weliweriya, dove l'esercito ha sparato contro civili che chiedevano acqua potabile, uccidendo tre giovani. Per esprimere la gravità di quanto accaduto, la gente ha scelto di restare seduta in silenzio, mostrando solo dei cartelloni, secondo la satyagraha ("forza della verità"), il principio di nonviolenza lanciato dal Mahatma Gandhi.
Il raduno - che si è tenuto il 7 agosto scorso - è stato organizzato dal Christian Solidarity Movement (Csm) e aveva come tema "Condanniamo il terrorismo di Stato che brutalizza e uccide civili disarmati". Alcuni partecipanti indossavano vestiti bianchi e neri, per esprimere "l'opposizione e il dolore" per quanto accaduto a Weliweriya. Un giorno prima il card. Malcolm Ranjith, presidente della Conferenza episcopale dello Sri Lanka, ha letto un messaggio in cui ha condannato le violenze come "inaccettabili e ingiustificabili".
"Il governo - recita uno dei volantini distribuiti durante la satyagraha - deve prendersi la completa responsabilità di queste brutali uccisioni. Non possono lavarsi le mani per questo incidente".
La dottrina della satyagraha si fonda sui principi di satya (verità), tyaag (sacrificio) e ahimsa (nonviolenza). La sua espressione "fisica" si osserva per la prima volta l'11 settembre del 1906, quando il Mahatma Gandhi invita il popolo indiano a una forma di non-collaborazione radicale con il governo britannico e a ribellioni e marce pacifiche.