Sri Lanka, musulmane vedove di guerra lasciate senza aiuti
di Melani Manel Perera
A tre anni dalla fine della guerra sono senza casa, lavoro e assistenza di ogni tipo. Molte hanno perso i figli, assassinati dai ribelli tamil. Alcune di loro denunciano: siamo discriminate anche per la nostra religione.
Potuvil (AsiaNews) – “Viviamo vite miserabili, senza una vera casa, un lavoro, qualcuno che si occupi di noi. Siamo state abbandonate”. Parlano alcune vedove di guerra, originarie della provincia orientale (la zona più colpita dal conflitto, ndr). Tutte musulmane, provengono dai villaggi di Kottukkal, Hijra Nagar, Kalapukattu e Sengamam: sfollate dalle loro case nel 1990, non sono mai più tornate a casa. “Abbiamo bisogno di un posto dove stare, anche diverso dai nostri luoghi d’origine – proseguono – non possiamo causare altri problemi ai nostri figli, ne hanno già abbastanza”.
Una donna di Kottukkal dice: “Le vedove singalesi e tamil non hanno questi problemi, mentre noi musulmane soffriamo e non abbiamo niente”.
Molte di loro hanno perso i figli, uccisi durante il trentennale conflitto etnico dai ribelli tamil delle Ltte (Liberation Tigers of Tamil Eelam). Altre, “più fortunate”, solo case e terreni. “Esistono progetti abitativi promossi dal governo e dalle ong – spiega ad AsiaNews una donna del villaggio di Kalapukattu –, ma non c’è spazio per noi. Solo il 45% delle vedove hanno ricevuto case nuove: il restante 55% è costretto a vivere in posti di fortuna o campi profughi”.
Oltre alla casa, i soldi sono un altro grande problema: alcune vedove ricevono dallo Stato sussidi per 100 rupie al mese (meno di un euro); altre riescono a guadagnare circa 300 rupie al giorno (meno di due euro) grazie a lavori saltuari o di fortuna.
In Sri Lanka, secondo i costumi sociali, le vedove rappresentano una delle categorie più vulnerabili della società, perché considerate simbolo di cattivo augurio nei loro stessi ambienti. Questa condizione è ancora più dura per le donne musulmane, stigmatizzate per la loro religione.
Una donna di Kottukkal dice: “Le vedove singalesi e tamil non hanno questi problemi, mentre noi musulmane soffriamo e non abbiamo niente”.
Molte di loro hanno perso i figli, uccisi durante il trentennale conflitto etnico dai ribelli tamil delle Ltte (Liberation Tigers of Tamil Eelam). Altre, “più fortunate”, solo case e terreni. “Esistono progetti abitativi promossi dal governo e dalle ong – spiega ad AsiaNews una donna del villaggio di Kalapukattu –, ma non c’è spazio per noi. Solo il 45% delle vedove hanno ricevuto case nuove: il restante 55% è costretto a vivere in posti di fortuna o campi profughi”.
Oltre alla casa, i soldi sono un altro grande problema: alcune vedove ricevono dallo Stato sussidi per 100 rupie al mese (meno di un euro); altre riescono a guadagnare circa 300 rupie al giorno (meno di due euro) grazie a lavori saltuari o di fortuna.
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27/02/2017 12:18
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