14/02/2025, 12.32
BANGLADESH
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Sr. Mary Eliza, il volto quotidiano dell'amore

di Sumon Corraya

Religiosa di una congregazione locale, dal 2009 gestisce il dispensario di St. George a Sherpur. Visita 40 pazienti al giorno, il 90 per cento sono musulmani. Infertilità e infezioni sono i disturbi più trattati. "Non offriamo solo cure, ma anche dignità", racconta ad AsiaNews. “Se tutti praticassimo l’amore incondizionato, il mondo sarebbe più bello e pacifico”

Dhaka (AsiaNews) - “Inizio ogni visita dicendo: Con la fiducia in Gesù Cristo, vi lascio questi farmaci”, racconta ad AsiaNews sr. Mary Eliza, 42 anni, che presta servizio al dispensario di St. George nella parrocchia di Mariamnagar, a Sherpur. “Per grazia di Dio, possano guarire i miei pazienti”, aggiunge. Da oltre un decennio, sr. Eliza, della congegazione locale bangladese delle Associate di Maria Regina degli Apostoli, sta portando speranza in una delle comunità più svantaggiate del Bangladesh, dove il 90 per cento dei pazienti sono musulmani. Nel giorno in cui il mondo intero festeggia San Valentino, incarna un messaggio senza tempo: ogni giornata è un'opportunità per condividere l'amore di Cristo.

“Nei villaggi più remoti, le donne partoriscono spesso negli stagni contraendo spesso gravi infezioni della pelle”, spiega la religiosa. “Altre lottano contro l'infertilità a causa delle complicazioni dei metodi contraccettivi. Noi non offriamo solo cure, ma anche dignità”. Ogni giorno, sr. Mary Eliza cura circa 40 pazienti; gestisce la clinica dal 2009, dopo aver conseguito la laurea in infermieristica presso il Kumudini Nursing Institute di Mirzapur. Dalle malattie della pelle alle infezioni respiratorie, fino ai problemi di infertilità, la religiosa insieme al personale della struttura affronta una serie di disturbi con compassione e competenza.

Molte persone viaggiano anche per 50 km per farsi curare da lei, spesso indirizzati da parenti o conoscenti che lodano la professionalità del dispensario, in un contesto in cui la sanità è assente o di scarsa qualità. Rupaly Akter, donna musulmana, dà a sr. Eliza il merito di aver realizzato il desiderio di maternità. “Dopo anni di matrimonio, la suora mi ha visitata cinque mesi fa. Dopo quattro mesi dalle sue cure, sono rimasta incinta. Io e mio marito le siamo profondamente grati”, racconta. Sono storie comuni: settimanalmente, le donne arrivano con sfide simili e molte se ne vanno con una speranza rinnovata. 

Anche se la clinica fa pagare solo 1.500 Tk (circa 12 euro) per i servizi di consegna dei medicinali - una frazione delle tariffe standard - la missione di sr. Eliza trascende la convenienza economica. “I nostri pazienti sono molto bisognosi. Non possono permettersi medici certificati MBBS (laureati in medicina secondo il sistema di istruzione del Regno Unito, ndr), quindi vengono da noi e trovano servizi capaci di garantirgli la guarigione”, dice. Le sue cure hanno attirato la curiosità sul cristianesimo, ma lei non approfitta delle molte domande sulla sua fede. “Dico loro che ogni fede è buona, di praticare la qualsiasi religione con sincerità”, racconta.

Per sr. Eliza, il vero amore è gratuito e senza interessi. “Se tutti praticassimo l’amore incondizionato, il mondo sarebbe più bello e pacifico”, riflette. In una regione in cui povertà e fede si intrecciano, la sua clinica è un faro della compassione di Cristo, a dimostrazione che l'evangelizzazione più profonda è spesso senza parole, scritta in atti di misericordia. Il dispensario St. George continua a rappresentare un’ancora di salvezza per gli emarginati di Sherpur, superando le divisioni religiose attraverso il linguaggio universale della cura.

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