Sposa un cristiano: donna musulmana costretta a fuggire con il marito
di Jibran Khan
Una coppia composta da un cristiano e da una musulmana è costretta a vivere nascondendosi: la società condanna il loro amore, che per uno studioso islamico “è passibile di morte”. Il vescovo di Islamabad: “Lo Stato li difenda, o scomparirà presto”.
Islamabad (AsiaNews) - L’intolleranza religiosa che sta distruggendo il Pakistan non accenna a diminuire. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello di una coppia, composta da un cristiano e da una musulmana, che si è sposata senza il consenso delle famiglie d’origine e ora è costretta a vivere scappando da un posto a un altro per timore di violenze. Il vescovo di Islamabad li difende: “Il matrimonio deve essere libero. Lo Stato li deve garantire la libertà di scelta”.
La coppia è composta da Asma Zubaida, di fede islamica, e da Basharat Masih, cristiano . Entrambi vivevano nella cittadina di Gujranwala, dove si sono conosciuti e innamorati: la prima era insegnante nella scuola governativa locale, mentre Masih era funzionario del Dipartimento dell’amministrazione scolastica. Senza il consenso dei genitori, si sono sposati nel settembre del 2010: da allora hanno iniziato a ricevere minacce di morte così frequenti che sono stati costretti a scappare.
I neo-sposi hanno cercato l’aiuto della polizia. Malik Arif, funzionario di polizia, dice: “Ci hanno contattato per chiedere assistenza, dicevano di essere in pericolo di vita. In effetti, nella loro denuncia spiegano che la famiglia di lei ha aggredito Masih un paio di mesi fa, quando hanno scoperto del matrimonio. Gli attacchi si sono rivolti anche contro la famiglia del cristiano”. "Anche loro sono stati costretti a fuggire”.
Uno dei partenti di Masih, anonimo per motivi di sicurezza, racconta: “Siamo stati minacciati, la nostra casa è finita sotto attacco, sono arrivati a tirarci delle pietre persino per strada. Quello più a rischio è ovviamente Basharat: lo vogliono morto. Abbiamo chiesto aiuto, ma nessuno ci ha dato retta: né la polizia, né i politici locali”. Eppure, la donna ha consegnato agli agenti una dichiarazione in cui conferma che il matrimonio si è svolto senza alcuna costrizione.
Maulana Muhammad Sultan Haider, studioso musulmano di Islamabad, spiega che questo “non cambia nulla. Soltanto un musulmano può sposare una non musulmana, perché altrimenti si annacquano le generazioni future. Io condanno questo matrimonio, lo definisco illegale: questi due potrebbero essere uccisi, per quello che hanno fatto”.
Diametralmente opposto il giudizio di mons. Rufin Anthony, vescovo di Islamabad e Rawalpindi: “Questo è un caso di intolleranza. Il matrimonio è un sacramento fra due individui, gli altri non c’entrano niente. Uno Stato che non riesce a garantire ai propri cittadini la libertà di scelta, religiosa o familiare, non sopravviverà a lungo. Perché una ragazza musulmana non dovrebbe poter sposare un non musulmano? Perché con i matrimoni puntano a convertire i non islamici. La vedono come una grande vittoria, mentre è soltanto una coercizione”.
La coppia è composta da Asma Zubaida, di fede islamica, e da Basharat Masih, cristiano . Entrambi vivevano nella cittadina di Gujranwala, dove si sono conosciuti e innamorati: la prima era insegnante nella scuola governativa locale, mentre Masih era funzionario del Dipartimento dell’amministrazione scolastica. Senza il consenso dei genitori, si sono sposati nel settembre del 2010: da allora hanno iniziato a ricevere minacce di morte così frequenti che sono stati costretti a scappare.
I neo-sposi hanno cercato l’aiuto della polizia. Malik Arif, funzionario di polizia, dice: “Ci hanno contattato per chiedere assistenza, dicevano di essere in pericolo di vita. In effetti, nella loro denuncia spiegano che la famiglia di lei ha aggredito Masih un paio di mesi fa, quando hanno scoperto del matrimonio. Gli attacchi si sono rivolti anche contro la famiglia del cristiano”. "Anche loro sono stati costretti a fuggire”.
Uno dei partenti di Masih, anonimo per motivi di sicurezza, racconta: “Siamo stati minacciati, la nostra casa è finita sotto attacco, sono arrivati a tirarci delle pietre persino per strada. Quello più a rischio è ovviamente Basharat: lo vogliono morto. Abbiamo chiesto aiuto, ma nessuno ci ha dato retta: né la polizia, né i politici locali”. Eppure, la donna ha consegnato agli agenti una dichiarazione in cui conferma che il matrimonio si è svolto senza alcuna costrizione.
Maulana Muhammad Sultan Haider, studioso musulmano di Islamabad, spiega che questo “non cambia nulla. Soltanto un musulmano può sposare una non musulmana, perché altrimenti si annacquano le generazioni future. Io condanno questo matrimonio, lo definisco illegale: questi due potrebbero essere uccisi, per quello che hanno fatto”.
Diametralmente opposto il giudizio di mons. Rufin Anthony, vescovo di Islamabad e Rawalpindi: “Questo è un caso di intolleranza. Il matrimonio è un sacramento fra due individui, gli altri non c’entrano niente. Uno Stato che non riesce a garantire ai propri cittadini la libertà di scelta, religiosa o familiare, non sopravviverà a lungo. Perché una ragazza musulmana non dovrebbe poter sposare un non musulmano? Perché con i matrimoni puntano a convertire i non islamici. La vedono come una grande vittoria, mentre è soltanto una coercizione”.
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