Speranze e perplessità in attesa del vertice intercoreano
di Pino Cazzaniga
La Corea del nord accetta di iniziare oggi i colloqui di preparazione allo storico vertice di fine agosto. Intanto il sud attende l’evento con un misto di malcelata perplessità e speranze. Tre gli aspetti criticati: il luogo dell’incontro, la data e l’agenda.
Tokyo (AsiaNews) – Sono in programma per oggi i primi colloqui preparatori allo storico secondo incontro intercoreano, annunciato da Seoul e a Pyongyang per il 28 – 30 agosto. Intanto la Corea del sud guarda con un misto di speranza e perplessità all’atteso vertice tra il presidente, Roh Moo-hyun, e il leader della Corea del nord, Kim Jong-il. È il secondo summit tra i due Paesi, ancora ufficialmente in guerra tra di loro; il primo risale al 15 giugno 2000, all’epoca dell’allora presidente del sud Kim Dae-jung, l’ideatore della politica del “sole splendente”. L'incontro si terrà ancora a Pyongyang.
Secondo la dichiarazione congiunta i temi delle discussioni saranno il trattato di pace nella penisola coreana e le vie per la denuclearizzazione del nord. L’annuncio ha sorpreso molti in Corea del sud e all’estero.
Gli Usa, informati solo poche ore prima dell’annuncio pubblico, pur dicendosi sorpreso ha risposto diplomaticamente. Johanne More, portavoce del Dipartimento di Stato, ha detto: “Da molto tempo sosteniamo il dialogo tra nord e sud e speriamo che questo incontro aiuterà a promuovere la pace e la sicurezza nella penisola coreana e a portare a termine gli obiettivi dei Colloqui a sei”.
In Corea del sud, invece, le apprensioni prevalgono sulle speranze, a tutti i livelli. “A Seoul - osserva il corrispondente del quotidiano giapponese Asahi - non c’e’ alcun segno di quella eccitante euforia che era evidente nel 2000, in occasione del primo summit”. L’editorialista del The Korea Herald riassume le apprensioni della gente e dei politici, sottolineando i difetti del piano dell’incontro in 3 punti: luogo, tempo e agenda.
Nella dichiarazione del 2000 Kim Jong-il aveva promesso di ricambiare la visita a Seoul. Il fatto che anche il secondo vertice avvenga a Pyongyang irrita i sudcoreani. Interpellato dai giornalisti Kim Man-bok, capo del National Intelligence Service (NIS), ha risposto: “Il nord ha detto che Pyongyang è un buon luogo per dare il benvenuto al presidente Roh”. Il motivo della “buona accoglienza” è semplice copertura diplomatica. Secondo gli analisti i veri motivi sono la sicurezza personale del “caro leader” e la propaganda interna. Ma della scelta geografica è responsabile anche Roh Moo-hyun che, tempo fa, aveva detto di essere disposto a incontrare Kim “in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo”. Secondo Seo Jae-jin, ricercatore dell’Istituto coreano per l’Unificazione, invce, “le autorità del nord probabilmente vogliono usare la visita a Pyongyang come un mezzo per promuovere ulteriormente nel Paese il culto della personalità del ‘caro leader’”. Altri analisti pensano che il nord abbia optato per Pyongyang anche a causa delle cattive condizione di salute di Kim, denunciate di recente dal Dayly Telegragh di Londra.
In Corea del sud anche la scelta della data è motivo di irritazione, specialmente per il Grand National Party (GNP) il partito dell’opposizione. In dicembre ci saranno le elezioni presidenziali: la Costituzione impedisce a Roh di essere rieletto, ma un vertice riuscito giocherebbe a favore del partito di governo (l’URI) che sostiene la “politica del sole splendente”, mentre il GNP ne diffida.
Le apprensioni dei critici riguardano anche l’agenda dell’incontro, i cui contenuto risulta vago.
Tuttavia lo scetticismo malcelato non offusca le speranze. Dall’anno del primo summit le relazioni tra le due Coree hanno fatto buoni progressi. Roh ha voluto intensamente il summit non solo per ambizione, ma anche per procedere nella realizzazione della sua dottrina sul processo di unificazione della penisola: graduale integrazione a vari livelli. La cooperazione economica, considerata come il primo stadio di questo processo, sarà certamente oggetto delle discussioni.
Il premio Nobel e ex presidente Kim Dae-jung, in un incontro con il ministro dell’Unificazione Lee Jae-joung, ha lodato il secondo vertice intercoreano, esprimendo la speranza che tali incontri avvengano su base regolare, ogni anno. L’ architetto della “sunshine policy”, ha detto al ministro che “il prossimo vertice nella capitale del nord, potrebbe contribuire notevolmente a migliorare i legami tra le due Coree, perchè avverrà nel contesto dei progressi che si stanno realizzando negli sforzi dei Colloqui a sei per la denuclearizzazione” del nord.
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