08/06/2006, 00.00
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"Speranza di pace", per il patriarca Delly, dalla fine di Al Zarqawi e dal nuovo governo

A sei mesi dalle elezioni il capo del governo è riuscito a nominare i ministri-chiave di difesa ed interni. Al Qaeda conferma la notizia dell'uccisione del suo capo in Iraq. Bush e Blair esprimono soddisfazione, ma non ci si nasconde che il terrorismo non è vinto.

Baghdad (AsiaNews) – Le  notizia della morte di Al Zarqawi e del completamento del governo danno al patriarca caldeo Emmanuel III Delly "speranza che cessino le violenze", anche se il prelato lamenta, comunque, l'uccisione di un uomo. Di "un giorno felice per il popolo iracheno", parla il ministro degli Esteri di Baghdad, Hoshyar Zebari, mentre il presidente Gorge W. Bush ed il primo ministro inglese Tony Blair esprimono soddisfazione, commentando l'uccisione di Al Zarqawi, capo di Al Qaeda nel Paese.  Enfasi a parte, a dare un carattere positivo alla giornata contribuisce la notizia che, a sei mesi dalle elezioni, l'Iraq è finalmente riuscito a completare il suo governo, con le fondamentali nomine dei ministri degli interni e della difesa: lo sciita Jawad Polani e il sunnita Abdul Kader Mohammed al Obaidi.

"C'è – ha detto ad AsiaNews  il patriarca caldeo Emmanuel III Delly - una grande speranza che cessino le violenze che ci tormentano, ma ribadiamo che la soluzione migliore è sempre nel dialogo e non nelle uccisioni: ammazzarsi l'un l'altro per scopi personali non può portare a nulla di buono. Amarsi l'un l'altro e non uccidersi questo è la via da tenere presente".

L'uccisione di Al Zarqawi, sul quale gli Usa avevano posta da tempo una taglia di 25 milioni di dollari, nel racconto del generale Gorge Casey,  comandante delle forze della coalizione, è avvenuta ieri pomeriggio, a seguito di una incursione aerea, seguita a informazioni di intelligence, grazie alle quali e' stato possibile localizzare il covo nel villaggio di Hephep, a nord di Baquba, nella provincia di Diyala. All'attacco, portato alle 18.15 da due aerei F-16, è seguito l'intervento di polizia, esercito iracheno e marine americani. Assieme a Zarqawi sono state uccise sei persone, definite suoi complici, fra le quali, sembra, una donna e un bambino.

A sottolineare l'importanza della eliminazione di Al Zarqawi, la notizia è stata data congiuntamente dal premier iracheno Nuri al-Maliki e dal generale Casey, presente anche l'ambasciatore americano a Baghdad Zalmay Khalilzad ed è stata accolta dall'applauso dei presenti. Scene di giubilo anche tra gli uomini della polizia e dell'esercito iracheni. Parlando con la BBC, Zebari ha definito l'eliminazione del capo di Al Qaeda in Iraq "un colpo devastante" per il terrorismo, anche se, ha aggiunto, di per sé non metterà fine alle violenze. Soddisfazione è stata espressa dal primo ministro inglese Tony Blair, mentre Bush, dopo aver detto che "la notte scorsa la nostra determinazione e' stata premiata" e che è stato "un duro colpo per Al Qaeda", ha avvertito che i terroristi "andranno avanti senza di lui".

Nel suo linguaggio, anche Al Qaeda ha ammesso di aver subito un duro colpo. "La morte dei nostri capi rappresenta la nostra vita e non fa altro che rafforzare la nostra perseveranza sul cammino del jihad affinché la parola di Allah sia la più alta", si legge nel sito 'Al-Hisbah', considerato espressione del gruppo di Osama Bin Laden, che conferma così la morte di Abu Musab al-Zarqawi, in quello che appare più un incoraggiamento rivolto agli adepti del movimento che una comunicazione al mondo.

Se il giudizio sul "colpo" è unanime, gli analisti mettono in guardia verso eccessivi entusiasmi. Per l'analista della Difesa britannica Paul Beaver, si tratta della ''prima piccola buona notizia per la coalizione", che però potrebbe scatenare un'ondata di reazioni da parte dei terroristi nelle prossime settimane. "Non e' certo finita - ha detto Beaver alla Bbc - ci saranno ancora violenze". Invece, Michael Clarke, direttore dell'Istituto di politica internazionale al King's College di Londra ritiene che la morte di Al Zarqawi rappresenta un colpo per Al Qaida. "Se Osama fosse catturato o ucciso, probabilmente ciò non avrebbe un grande effetto sul movimenti. Ma nel caso di Al Zarqawi è un duro colpo, che non verrà avvertito immediatamente. Sembra che avesse un seguito di circa 10mila combattenti e controllava in parte i sunniti ed elementi esterni all'Iraq".

 

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