South Waziristan: 200 mila persone in fuga, si teme una nuova emergenza umanitaria
L’annunciata offensiva dell’esercito contro le roccaforti dei talebani ha causato l’esodo di quasi la metà della popolazione della zona. Testimoni locali confermano i timori di una guerra imminente. Sempre più difficile reperire cibo e generi di prima necessità. Nella regione si nascondono almeno 10 mila estremisti, fra cui terroristi ceceni, uzbeki e arabi.
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Il Pakistan si prepara ad affrontare una nuova emergenza umanitaria. L’annunciata offensiva di terra dell’esercito nel South Waziristan – roccaforte dei talebani, nella regione montagnosa al confine con l’Afghanistan – ha causato la fuga di circa la metà dei 500 mila abitanti della regione. Dall’agosto scorso oltre 200 mila persone hanno abbandonato le proprie abitazioni, 90 mila delle quali solo negli ultimi giorni. Ieri, intanto, un raid dell’aviazione ha colpito potenziali rifugi dei talebani, uccidendo 27 persone.
“La vita qui si fa sempre più difficile” riferisce al settimanale tedesco Der Spiegel Mohammad Shahbaz, un uomo d’affari del South Waziristan. “Aspettiamo da un giorno all’altro lo scoppio della guerra”. Egli spiega che “già senza il conflitto vi sono dei problemi” con i militari che “pattugliano dappertutto” e “controlli a ogni strada”, rendendo più difficile “il reperimento di cibo e altri generi di prima necessità”. “È ovvio che l’esercito si sta concentrando nella zona – conclude – perché sono visibili molti più soldati e carri armati”. L’allarme generato fra la popolazione è confermato anche da Mohammad Hashim Khan, che riferisce all’agenzia Afp di aver abbandonato la propria casa a Sarwakai, perché “il governo sta pianificando l’attacco ai talebani”. Egli teme di rimanere coinvolto nel conflitto, per questo è partito con l’intera famiglia – sette persone in tutto – e ha cercato rifugio a Dera Ismail Khan, cittadina della North-West Frontier Province. Haji Ayb Mehsud, 55 anni, aggiunge che i crescenti attacchi lo hanno costretto a scappare con i suoi sei figli. “È difficile per la popolazione locale – sottolinea l’uomo all’Ap – vivere in pace. Ho dovuto portare via l’intera famiglia”.
Shahab Ali Shah, amministratore capo del South Waziristan conferma al quotidiano pakistano Dawn il “nuovo esodo” nella regione. “Negli ultimi tempi – aggiunge il funzionario – più di 90 mila persone hanno abbandonato l’area, trovando rifugio in zone più sicure come Dera Ismail Khan e Tank”. Il timore è che si ripeta un esodo biblico come è avvenuto la scorsa primavera nella valle di Swat, dove più di due milioni di persone hanno abbandonato case e attività commerciali per l’offensiva dell’esercito contro gli estremisti islamici. Un funzionario di Dera Ismail Khan, in condizioni di anonimato, auspica che “stavolta si possa evitare il disastro umanitario”, ma quando inizierà l’offensiva dei militari “ci aspettiamo un esodo di massa dal South Waziristan. Dove metteremo – si chiede – tutte queste persone e cosa daremo loro per sopravvivere?”.
L’emergenza umanitaria preoccupa anche le Nazioni unite, mentre il governo ha isolato la zona e i giornalisti pakistani e stranieri non possono verificare di persona le operazioni militari. “Dal mese scorso – dichiara Ariane Rummery, portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati – almeno 80 mila persone dal South Waziristan hanno dichiarato lo status di profughi. Ma i funzionari di governo affermano che solo la metà di quelli che hanno abbandonato l’area si sono registrati”.
Ieri, infine, sono morte 27 persone in un attacco portato da aerei ed elicotteri dell’esercito contro nascondigli talebani. “Stiamo colpendo nascondigli dei terroristi, questa è la prima fase di un’operazione nel South Waziristan” annuncia Tariq Hayat, capo della sicurezza nella Federally Administered Tribal Areas (Fata). Egli spiega che nella zona si troverebbero “almeno 1500 terroristi stranieri, fra i quali uzbeki, ceceni, arabi e sudanesi”, per un totale di 10 mila combattenti.
Vedi anche