Sono “spendaccioni” i turisti cinesi a Taiwan
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Soddisfazione generale e qualche problema al termine dei primi viaggi diretti organizzati dalla Cina a Taiwan, ripresi il 4 luglio dopo quasi 60 anni. Il primo gruppo di circa 762 turisti cinesi ha speso circa 40 milioni di dollari di Taiwan (830mila euro) durante la permanenza tra il 4 e il 12 luglio.
E’ una stima definita “prudente” dalla stampa locale: hanno comprato souvenir locali, borse e altre cose nei principali negozi di Taipei.
I media di Taiwan sottolineano piccoli e meno piccoli “incidenti”: accusano i “cinesi” di sputare di continuo e ricordano che 3 turisti sono “scomparsi”. Due sono poi riapparsi e, dopo avere spiegato alla polizia di “non essere riusciti a ritrovare l’albergo”, sono tornati a casa a Zhongshan (Guangdong). I turisti cinesi debbono rispettare programmi di viaggio prestabiliti e rimanere con il gruppo, altrimenti possono essere banditi per 5 anni.
Più favorevoli i commenti della stampa cinese, che loda l’accoglienza e la cordialità dei locali e l’ottima organizzazione del viaggio e non manca di notare che il turismo cinese può portare miliardi di yuan nelle casse di Taiwan, colpita dall’inflazione. Del resto le autorità taiwanesi erano pronte a prevenire qualsiasi “incidente” e a impedire manifestazioni “anti-Cina”. Hanno persino cercato di chiedere ai membri del Falun Gong, gruppo bandito in Cina, di non frequentare i parchi pubblici più noti, per non incontrare i turisti.
I rapporti diretti tra i 2 Paesi non esistevano dal 1949, quando Chiang Kai-shek è qui fuggito dalla Cina, proclamando un Paese indipendente. Dal 1987 sono ripresi contatti ma molto limitati e da allora solo 300mila cinesi sono stati a Taiwan, soprattutto per motivi commerciali o per visitare parenti. Ora i 2 Stati hanno concordato voli diretti fino a 3mila turisti al giorno dalla Cina all’Isola e si prevede di arrivare a un milione di visitatori cinesi l’anno.