Sono i confini definitivi di Israele la posta in palio del voto di oggi
Le previsioni danno per certa la vittoria di Kadima, ma il futuro è legato alle dimensioni del successo del partito fondato da Sharon. Chiamati alle urne oltre 5 milioni di elettori.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - E' il tracciato definitivo dei confini di Israele la posta in gioco delle elezioni per la scelta dei 120 deputati del 17/mo parlamento (Knesset) dalla fondazione dello Stato di Israele, nel 1948. Per gli oltre cinque milioni di elettori, esattamente 5.014.622, gli 8.276 seggi sono aperti dalle 7 di questa mattina e resteranno aperti fino alle 22. A quell'ora le 500 "polling station" cominceranno a lavorare per anticipare il risultato del voto.
Gli esponenti dei maggiori partiti sono già andati alle urne ed il presidente della Repubblica, Moshe Katsav, ha lanciato un appello ad andare a votare: numerosi sono stati infatti gli israeliani che nei sondaggi dei giorni scorsi hanno mostrato indifferenza nei confronti del voto.
In lizza 31 liste, ma la lotta per la formazione del nuovo governo riguarda in primo luogo il centrista Kadima, fondato da Sharon e ora guidato dal suo successore anche alla guida del governo, Ehud Olmert, i laburisti di Amir Peretz, il sindacalista che ha battuto il "vecchio leone" Shimon Peres, poi passato a Ladina, ed il conservatore Likud di Benyamin Netanyahu. Il sistema elettorale israeliano prevede uno sbarramento del 2%.
Colpito da un ictus il 18 dicembre, non partecipa alle elezioni il vero protagonista del voto, Ariel Sharon. In Consiglio dei ministri, Olmert non ha mai voluto occupare la sua poltrona, rimasta vuota, il sito del partito che egli ha fondato continua a chiamarsi kadimasharon.co.il/ e la sua immagine compare sui manifesti elettorali.
Se i sondaggi che ne prevedono la vittoria sono esatti, Olmert sarà chiamato a formare il nuovo governo, ma avrà bisogno di alleati. I primi ad essere sentiti saranno i laburisti di Peretz e i pacifisti di Shas, che condividono il progetto di Olmert di un ritiro unilaterale dalla gran parte della Cisgiordania. Il quotidiano Haaretz ipotizza la possibilità di una associazione degli ultraortodossi dell'Utj e di Meretz, ma questo renderebbe più complicato il progetto di ritiro. L'ipotesi di governo di unità nazionale, che includerebbe anche il Likud, improbabile, ma pure avanzata da qualche commentatore israeliano, renderebbe del tutto imprevedibile il futuro del programma.
Tutto dipenderà dalle dimensioni della vittoria di Kadima, che tutte le previsioni danno per certa.